Un commento alla campagna elettorale

Facce

Delono, Cazzola, Guazzaloca... "Candidati insipidi, rappresentano formazioni politicamente inesistenti, rappresentano un elettorato stanco di una città senza passione senza idee senza rispetto per se stessa. Hanno la faccia che meritano. Insulsa".
23 aprile 2009

La campagna elettorale dei tre boss bolognesi, Cazzola Guazzaloca e
Delbono, fa pena. Non lo dico io ma Oliviero Toscani che di
comunicazione se ne intende. Come dargli torto? Girate per la città e
trovate dovunque enormi manifesti con quelle tre facce che non dicono
niente. Sorridono. E che altro dovrebbero fare? Sbarbati puliti
incravattati. E come dovrebbero presentarsi? Con la barba incolta,
schizzati di cioccolata o con un occhio pesto? Certo che no: sono
candidati insipidi, rappresentano formazioni politicamente
inesistenti, rappresentano un elettorato stanco di una città senza
passione senza idee senza rispetto per se stessa. Hanno la faccia che
meritano. Insulsa.
E cosa dicono? Il più spiritoso è Delbono che ci racconta una
barzelletta: "C´è Delbono in città." Ah ah buona questa. Dopo cinque
anni di Cofferati c´era ragione di dubitarne. Guazzaloca, che negli
ultimi anni si è occupato di ricevere uno stipendio romano, si limita
a riscaldare la minestrina "Competenza e amore per Bologna". Cazzola
naturalmente è il sindaco del fare. Fare cosa se è lecito? Fare
affari, anzi per precisione farsi gli affari suoi. E trasformare la
città in un territorio protetto da guardie armate che controllano i
documenti a chi vive nelle zone pericolose.
Poi c´è una faccia enorme anche in via Rizzoli, una faccia che
sovrasta il Nettuno, poveretto. E´ la faccia di un tizio mai coverto
che si chiama Motti e si presenta alle elezioni europee col PDL.
La faccia di Motti proclama: "I DIRITTI SONO NOSTRI".
Che vuol dire quella frase? A prima vista non vuol dire niente. Zero senso.
I diritti per definizione sono diritti di tutti, oppure non sono
diritti. Non esistono diritti esclusivi, altrimenti si chiamano
privilegi. Forse Motti non conosce la lingua italiana?
Poi guardando intensamente la faccia di Motti ho capito che lui l´ha
detto con intenzione.
I diritti sono nostri vuol dire: noi (bianchi ricchi e stronzi) siamo
possidenti proprietari e garantiti e abbiamo diritti che gli altri non
hanno. E nessuno ci rompa i maroni.
I diritti sono nostri e guai se qualcun altro pretende di aver dei diritti.

Ora io mi chiedo, guardando queste facce: forse i cittadini di Bologna
sono rimbecilliti? Può darsi naturalmente, ma io non ci credo. Non
credo che questa città non si accorga del fatto che in mezzo a quei
manifesti costosi c´è una lista che non ha una faccia, ma molte, c´è
una lista che oltre alle facce ha una pratica sociale quotidiana, e
delle competenze professionali e dei saperi, e anche delle idee.
In questi giorni nella città ci sono le idee che circolano, sui
volantini di Bologna città libera. Forse la città non è così intontita
da non saperle leggere. Forse non si accontenta di quelle facce che
sorridono senza aver niente da dire.

Franco "Bifo" Berardi