Lotte che pagano

Primi inquilini in via Avesella 2

Sono state consegnate le prime chiavi degli appartamenti dell'ex stabile occupato da Crash all'inizio del 2005. Altri sei appartamenti sono in via di assegnazione. Di quella occupazione si ricorda anche il merito di esser riuscita a far spostare una centralina che produceva un forte inquinamento elettromagnetico.
17 aprile 2009

 

Tratto da InfoAut Bologna

Le prime 9 famiglie sono entrate negli appartamenti di via Avesella 2. Restano liberi altri 6 appartamenti che sono in corso di assegnazione. Le abitazioni ristrutturate dal comune dopo che nel 2005 una occupazione dei precari del Laboratorio Crash! ne denuncio lo stato di abbandono a fronte di un progetto approvato e finanziato già nel 1997. Adesso quello di via Avesella 2 è tornato ad essere uno stabile abitato. Con appartamenti che vanno da 44 metriquadri con canone mensile di 332 euro a 94 metriquadri da 614 euro. 

Durante la presentazione alla stampa anche l'assessore Zamboni non ha potuto fare a meno di sottolineare come l'occupazione svolta anni prima abbia di fatto velocizzato l'inizio dei lavori e concluso la diatriba che durava ormai da anni. "Il merito di Crash, in questo caso, è quello di aver denunciato lo "scandalo" - dichiara Zamboni - di un edificio con progetto approvato e soldi disponibili, ma senza alcun lavoro in essere". In quei giorni, infatti, i precari e le precarie che occuparono lo stabile vuoto e abbandonato trovarono un accordo con l'Assessore ai Lavori Pubblici. Che prevedeva l'abbandono dell'occupazione in caso di immediato spostamento della centralina elettrica dell'Atc. Per la quale fu accertata la nocività di inquinamento elettromagnetico, e per la quale furono raccolte centinaia di firme in tutto il quartiere. Ed infine l'accordo prevedeva la totale ristrutturazione dello stabile per l'assegnazione degli appartamenti all'interno delle liste Erp.

In questi anni sono state molte le crociate aperte da questa amministrazione contro le occupazioni. E sicuramente la giornata di oggi pone delle serie questioni di credibilità, per un'ammistrazione che ormai a fine mandato è costretta ad ammettere difronte a situazioni reali la giustezza politica di chi dal basso porta soluzioni concrete a problemi reali.