“Difendila!” Ma chi difenderà i diritti umani?

Sbatti il mostro sulla locandina

Polemiche per il manifesto scelto dal Comune di Bologna per il seminario «Femminicidi, ginocidi e violenze sulle donne», promosso dal Centro delle Donne. Si tratta di una locandina di propaganda fascista del 1944 dai chiarissimi contenuti xenofobi e maschilisti.


17 aprile 2009 - Vanessa Piccoli

 

la locandina Il neofascismo ormai è di moda, si sa. Il problema è legato alla possibilità della sua diffusione, si sa anche questo. I fatti di ieri rappresentano allora un metro per la misurazione di un fenomeno.  Chi avrebbe mai detto, però, che una donna, assessora alla scuola e alle politiche della differenza in quota al Pd si sarebbe lasciata contagiare? Anche se a guardarci bene è l'ennesimo svarione di una giunta che ha fatto delle politiche securitarie la sua bandiera.

Insomma, cosa fa l'amministrazione pubblica quando intende promuovere un'iniziativa pubblica contro la violenza di genere? Sceglie una bella locandina originale anni quaranta, in autentico Dux style, che mostra un brutto e cattivo uomo nero in procinto di approfittarsi di una donzella bianca. Questa la scelta di Milli Virgilio, l'assessora sulle bocche di tutti per l'intera giornata di ieri. Lo slogan poi è diretto ed efficace: “Difendila! Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia.” D'altronde oggi giorno gli uomini non sono più quelli di una volta, soprattutto i giovani, in molti si sono rammolliti:e chi difienderà le povere e sprovvedute figlie di Eva? Bisogna rimetterli in riga per tenere testa alla grande minaccia dei giorni d'oggi: lo straniero. Un'idea un po' datata, dite voi? Ma si sa, quest'anno di moda va il vintage. Forse vanno di moda pure le infornate di cultura fascista per poter meglio governare?

In molti però non hanno apprezzato la trovata della Virgilio che si è così vista costretta a scrivere un'e-mail di spiegazioni a tutti quelli che hanno protestato, compreso il Centro delle Donne, che si è dichiarato completamente estraneo alla scelta della locandina, e l'ex-presidente della Consulta degli immigrati. «Quel manifesto — argomenta l'assessore nel suo messaggio — è edito dal Nucleo Propaganda fascista del 1944 e quel che fa riflettere è che purtroppo questo “reperto storico” è tornato oggi tremendamente attuale. Per realizzare l’obiettivo di tutelare le “ nostre” donne è stato scelto l’approccio contro il migrante, cioè contro il “differente”, costruito come “il nemico”.» 

Certo viene da chiedersi come mai nessuno nello staff della Virgilio abbia valutato le conseguenze che la scelta di un simile manifesto avrebbe potuto provocare. Occorre conoscere i simboli e l'immaginario per svolgere questo lavoro. E a quanto pare nessuno si è posto il problema di come il fascismo, 'cultura' così sessista, vedesse la donna.  Se l'amministrazione comunale avesse dimostrato di avere un briciolo di spirito critico nella scelta della pubblicità, tutto questo si sarebbe potuto evitare. Ma come al solito la politica non riesce proprio a resistere al fascino del sensazionalismo e alla pratica tanto in uso fra i media dello “sbatti il mostro in prima pagina”. Tuttavia la scelta della locandina vintage si è rivelata fallimentare: probabilmente in molti non sono riusciti a riconoscersi in un'immagine tanto datata. Per questo ci sentiamo di dare un suggerimento al nostro assessore: per il prossimo convegno, il manifesto si potrebbe magari riadattare ed al posto del trito e ritrito uomo nero mettere l'immagine di un attualissimo rumeno. Intanto qualcuno potrebbe pure dimettersi, prima che si compiano altri errori simili.