La Rete Nazionale “Rifiuti Zero”, in suo comunicato, rende noto che nella seduta pomeridiana del 22 novembre, il Senato ha confermato il parere già votato alla Camera lo scorso mese di settembre e, pertanto, sono stati bocciati gli emendamenti alla legge italiana di recepimento del regolamento CE 77/2001, relativo ai certificati verdi alle energie rinnovabili.
Nel nostro Paese, infatti, in difformità alle normative europee, questi certificati vengono estesi alla combustione dei rifiuti e, per questa ragione, l'Italia è stata posta sotto infrazione dagli organismi Comunitari.
Per cancellare questa palese “anomalia” alcuni parlamentari, prima alla Camera e poi al Senato, avevano proposto, in particolare, il "famoso" art.15 bis che, se approvato, avrebbe tolto parzialmente gli incentivi pubblici alla combustione dei rifiuti (almeno nella loro componente plastica).
Ma, alla Camera, l’articolo era stato bocciato in aula anche con il voto favorevole di Verdi e Rifondazione. Al Senato la Commissione ambiente aveva riproposto l'emendamento (ad opera di Rifondazione e Verdi) ma ad esso si erano opposti DS, Margherita e Radicali impedendo così ogni modifica alla legge che consente di foraggiare gli inceneritori con i soldi delle bollette ENEL pagate dai cittadini.
Per queste ragioni, l'emendamento è stato ritirato e sostituito da un ordine del giorno generico che "impegna il Governo a ridiscutere dell'argomento in sede di discussione di piano energetico".
La Rete Nazionale “Rifiuti Zero” ricorda le 30 mila firme raccolte dalla Rete stessa e da Green Peace e, rispetto alle ultime vicende parlamentari, parla espressamente di “truffa” decisa alle spalle dei cittadini.
La Rete, “contro chi ha deciso di continuare a regalare milioni di euro a petrolieri e a gestori di inceneritori, sottraendoli alle energie rinnovabili, al riciclaggio e alle produzioni pulite”, lancia un appello alla mobilitazione attraverso forme di autoriduzione delle bollette. Inoltre, viene proposta una manifestazione nazionale per bloccare al più presto questa “strana anomalia italiana”.