Anche una fila dal dottore è pretesto per insulti razzisti

"Negro di merda". Lui la denuncia.

Succede nei treni, negli autobus, nelle strade, tutti i giorni. D'altra parte, razzisti in doppio petto si esprimo pubblicamente nelle piazze. In questa occasione, però, la vittima ha denunciato l'aggressore.
1 aprile 2009

Si è prima definita fascista, poi lo ha insultato urlandogli contro "negro di merda, tornatene a casa!". E' successo a Bologna, al Sant'Orsola, durante una fila per una visita oculistica. Protagonista un a signora di 76 anni alla quale proprio non andava che un senegalese venisse chiamato prima di lei, che occupasse il suo "posto", che venisse trattato come persona.

E' quanto succede ogni giorno negli autobus, nei treni, persino nelle piazze e nelle strade di questa città, solo che questa volta Elhadi Gueye, decide di sporgere denuncia e la notizia finisce in prima pagina.

Dalla paura all'odio il passo è breve e così lo straniero diventa il capo espiatorio di una crisi che è psicologica e morale prima che economica. Complice di un governo con partiti dichiaratamente razzisti come la Lega, il cittadino xenofobo italiano se la prende con il più debole al primo stress. Minaccia di  chiamare la polizia se crede sia irregolare, lo tratta da bestia se semplicemente gli va così. 

E' una deriva razzista e autoritaria che può portare a drammi se il carnefice non è un'anziana signora ma un uomo in divisa, come accaduto a Parma il 29 Settembre scorso, quando uno studente ghanese è stato pestato, insultato e denudato da tre vigili in servizio perchè 'colpevole' di avere 'la pelle da pusher'.