Il Pratello - si sa - è contrada ospitale. È dunque assai raro che i suoi abitanti neghino ospitalità a chicchessia. Al Pratello, quando cadi, ti alzano. Senza bisogno di sapere da dove vieni, e senza chiederti dove vai. Qui, per salutarsi non occorre conoscersi. Né occorre un nome, un identità o un documento per raccontare o ascoltare una storia. Se vieni da lontano, la tua storia è solo più intrigante: una ragione in più per narrarla o sentirla narrare.
È questo lo statuto del luogo. Rispettarlo è il solo limite all'accesso. Per gli altri, quei pochi che lo ignorano, lo calpestano, lo violentano, la Strada ha eletto dimora obbligata in via del Pratello 37: il civico che non c'è perché la Strada - nessuno sa bene quando né come - ha scelto di inghiottirlo.
Abbiamo appreso dai giornali che la Lega Nord vuole aprire una sua sede al Pratello. Conosciamo, purtroppo, la storia della Lega: difesa ottusa dell'identità, paura del diverso, uso politico della paura, diffidenza e risentimento proprio per quelle storie che più si amano da queste parti. Ebbene, la storia della Lega Nord è una di quelle rarissime storie che qui nessuno ha voglia di ascoltare.
Il segretario della Lega dice che non si tratta di una provocazione, ma di una "sfida culturale" al Pratello. Ci faccia capire: intende per caso propinare le consuete formule del tipo "se ne tornino a casa loro" o "lavoro e casa agli italiani" quando passeggiando per il Pratello si imbatterà in una famiglia che ha un colore della pelle diverso dal suo? O pensa forse di dare una spruzzata di Vetril ad una panchina su cui siede una donna africana, secondo il costume inaugurato dall'onorevole Borghezio? Ci spieghi il sig. Bernardini: è questa la "sfida culturale" che intende portare al Pratello?
No grazie, preferiamo vivere. Tanto più oggi, con la primavera alle porte.
Per queste ragioni, con garbo e con determinazione, chiediamo ai militanti della Lega Nord di prendere dimora in via del Pratello 37, così transitando, il più rapidamente possibile, ad altre latitudini.
Signore e signori della Lega, qui non siete i benvenuti!
Abitanti del Pratello