Difendiamo un servizio collettivo

Quarant'anni di autogestione non fermano le privatizzazioni del Comune

La gestione del Centro sportivo Barca da sempre in mano a volontari del quartiere è stato dato in appalto dal Comune ad una ditta privata. La denuncia è della Lista Reno, che si schiera contro la privatizzazione di questo spazio pubblico a cui il Comune ha voluto imporre la logica del mercato senza preoccuparsi delle conseguenze sulla friubilità per i cittadini e ignorando l'importanza che queste esperienze di autogestione dal basso hanno sempre avuto in città. Pubblichiamo il comunicato di denuncia della Lista Reno.
16 marzo 2009

 

CONTRASTIAMO LA LOGICA DI MERCATO IMPOSTA DAL COMUNE AL CENTRO SPORTIVO BARCA

Con un appalto al miglior offerente, la gestione del Centro sportivo Barca è stato trasferita nelle mani di una società sportiva a gestione manageriale, venuta da altre realtà territoriali, che già sta appropriandosi di altre strutture sportive nella città. Così, gli spazi sociali da sempre autogestiti collettivamente vengono tolti di mano agli utenti e al volontariato che ci si è impegnato per decenni senza alcun guadagno.

SE NE VOGLIONO FARE INVECE DEGLI SPAZI PRIVATI, GESTITI DA POCHI, IN BUONA PARTE ESTRANEI ALLA REALTÀ DEL QUARTIERE, E PERCIÒ CON COSTI DESTINATI NEL TEMPO AD AUMENTARE, A SPESE DEGLI UTENTI, CHE OLTRE TUTTO TROVERANNO SEMPRE PIÙ DIFFICILE FAR VALERE LE PROPRIE ESIGENZE.

L'aggregazione e la capacità civile di autogestire attivamente la propria socialità non sembrano più un valore riconosciuto dalle forze politiche di oggi. Ma il problema non è della società bolognese; è semmai proprio delle attuali forze politiche, lontane dalla gente e portate dalle fallimentari ideologie liberistiche a imporre assurde regole economicistiche ai centri d'aggregazione sociale autogestiti sul territorio dai propri utenti.

Se Bologna e l'Emilia per oltre mezzo secolo hanno avuto diverse marce in più rispetto ad altre grandi città e ad altre regioni - anche nelle realtà periferiche più difficili - lo si è dovuto alla straordinaria capacità della società locale e del mondo operaio di autogestirsi dei servizi collettivi, e di ottenere che gli amministratori eletti sapessero essere attenti a questa capacità di mobilitazione civile del tessuto sociale urbano. Ora gli amministratori comunali e di Quartiere hanno perduto la cultura che aveva posto all'avanguardia "Bologna la rossa". Le conseguenze negativi sono sotto gli occhi di tutti, con le strutture municipali che pretendono dal volontariato cittadino di muoversi con le logiche imprenditoriali della "sussidiarietà", cioè della speculazione privata, anziché con logiche sociali.
Per compiere una simile forzatura, il Comune ha persino offeso i volontari che per 40 anni hanno dedicato gratuitamente il proprio tempo libero a gestire e costruire fisicamente quella struttura, accusandoli addirittura di aver compiuto danni (inesistenti) nella costruzione della tribuna del campo sportivo e nella tettoia della bocciofila, chiedendo loro un insensato risarcimento.

QUESTO MODO D'AGIRE DISFA IL SENSO DI COOPERAZIONE E AUTOGESTIONE CHE PER UN SECOLO HA CONTRADDISTINTO LA CULTURA BOLOGNESE

IL CENTRO SPORTIVO BARCA VA RIDATO IN GESTIONE AI PROPRI UTENTI, DA 40 ANNI CAPACI COL PROPRIO SACRIFICIO SOLIDALE DI RENDERLO ALL'ALTEZZA DELLE RICHIESTE DEGLI ABITANTI DEL QUARTIERE E PURE DI QUELLI LIMITROFI.

La Lista Reno ha sostenuto e continuerà a sostenere in Consiglio di Quartiere e verso il Comune questa rivendicazione dell'utenza della Barca, in continuità con quelle tradizioni politiche di solidarietà dal basso che - in tempi ora purtroppo lontani - hanno fatto di Bologna una città diversa dalle altre. E continuerà a sollecitare tutti cittadini del Quartiere e di Bologna a non accettare passivamente una simile forzatura compiuta da istituzioni sempre più lontane dalla gente.

LISTA RENO per il Rilancio dello Stato Sociale