Rimini, il Paz contro il pacchetto sicurezza

L'unica sicurezza sono i diritti

Il Laboratorio sociale Paz lancia un happening pubblico per le prossime
settimane contro il pacchetto sicurezza. Il centro sociale riminese denuncia le continue intimidazioni alle quali vengono sottoposte le famiglie romene del campo di via Islanda e chiede prese di posizione da parte dell'Amministrazione comunale sulla questione delle ronde e sui continui abusi di potere perpetrati verso queste famiglie. Pubblichiamo il comunicato del Paz di Rimini.
15 marzo 2009

L'unica sicurezza sono i diritti

Per le famiglie romene del campo di via Islanda ma non solo

Ogni giorno siamo bombardati da notizie che provarono un vero e proprio
shock, notizie non tanto legate alla crisi economica e alle migliaia di
persone che anche nella nostra provincia rischiano il proprio posto di
lavoro, ma bensì una cronaca continua ed esasperata intorno al tema della
sicurezza.

Ronde, registri speciali per senza fissa dimora, schedature di cittadini
migranti, ordinanze speciali, militarizzazione dei territori, insomma una
decretazione di emergenza come se l'Italia fosse in ostaggio di chissà
quali criminali.

Gli ultimi dati statistici ci dicono che i reati sono in calo, gli stessi
stupri lo sono, così come certe violenze così efferate sulle donne sono
consumate nelle mura domestiche e vedono come protagonisti proprio l'uomo
sicuro: bianco, scolarizzato, di medio reddito.

Diciamo queste cose perché crediamo vada smontata questa costruzione
falsificata della realtà che alimenta l'insicurezza percepita rispetto a
quella reale, legata sicuramente molto di più ai problemi dei salari, della
casa, della precarietà come condizione esistenziale. Che non alla minaccia
dello straniero o che dir si voglia.

Abbiamo fatto molto, come spazio sociale, per far si che la nostra città
non diventasse una prigione a cielo aperto, a partire dalla compagna "Out
of control" contro l'ordinanza comunale che sanciva il divieto di uso
pubblico degli spazi della nostra comunità. Piazze, parchi, panchine
guarda caso, proprio in uno di quei luoghi è stato bruciato vivo Andrea
Severi, non da qualche immigrato irregolare, ne da qualche romeno, ne da
qualche balordo con precedenti penali ma da giovani ragazzi definibili
"normali": bianchi, studenti, lavoratori. Questo è avvenuto non perché
qualcuno bivaccava su una panchina ma perché è cresciuto anche nel nostro
territorio un sentimento di intolleranza, di indifferenza, di paura.
Alimentato anche da certe politiche e da uso continuo e ripetuto di un
certo linguaggio politico anche dagli amministratori locali: mano dura,
legalità, sicurezza, massimo controllo.

Dentro questo quadro si inscrive anche l'aggressività e la situazione di
totale emarginazione in cui vivono 5 famiglie romene nel campo di via
Islanda. Famiglie che sono costantemente sotto l'intimidazione da parte di
gruppi di forze dell'ordine che in ripetuti controlli - durante gli ultimi
mesi - minacciano costantemente di sgomberarli con l'uso della forza. C'è
forse un'ordinanza comunale per farlo???

Questi nuclei famigliari romeni non vivono dentro le roulette per scelta ma
perché impossibilitate a pagarsi un affitto di mercato (quante sono le
famiglie italiane e non nella stessa situazione?), sono infatti nuclei
perlopiù a monoreddito con regolari contratti di lavoro ed hanno minori a
carico che frequentano regolarmente la scuola pubblica. Sono, pertanto,
cittadini che pagano le tasse e contribuiscono alla crescita economica
dello Stato italiano e del nostro stesso territorio. E sono persone in
carne ed ossa, con gli stessi sogni, le stesse speranze gli stessi problemi
che condividiamo tutti noi dentro questa crisi che ci riguarda tutti.

Crediamo pertanto che l'amministrazione comunale debba chiarire la sua
posizione in merito a questi episodi di minaccia e abusi di potere, ed
anche dire se si riconosce nelle decretazioni/leggi speciali di stampo
chiaramente razzista e xenofobo approvate da Berlusconi e Maroni, o voglia
perlomeno nell'ambito della propria autonomia salvare la faccia e dire se
tra qualche giorno, oltre a qualche gruppo speciale di polizia in borghese,
ci troveremo nelle strade le ronde padane autorizzate proprio dalle loro
politiche sicuritarie che parlano di sicurezza/legalità a senso unico.

Per conto nostro ci stiamo impegnando nell'organizzare per le prossime
settimane di un happening pubblico insieme alle realtà sociali della città e
alle singole persone che vorranno unirsi contro il pacchetto sicurezza.

Un happening pubblico per sostenere queste 5 famiglie che ci ricordano ogni
giorno la fatica di procurarsi cibo, reddito e giustizia sociale.

Laboratorio Sociale Paz

 

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