Emergenza fallimenti in Emilia Romagna

Crisi dell'impresa e dolori del lavoro: primato dei fallimenti a Bologna e Ravenna

Numero dei fallimenti più che raddoppiati nel 2008. Bologna e Ravenna occupano i vertici della classifica per fallimenti di aziende registrati negli ultimi sei mesi. Per quanto riguarda i lavoratori, i dati relativi a cassa integrazione e mobilità parlano di una situazione in linea con il trend nazionale. Ma questo non è che l'inizio.
17 marzo 2009 - Angelica Cestari

 In Italia la crisi finanziaria si è purtroppo sommata al rallentamento del ciclo economico iniziato a partire dalla metà del 2007 con il calo della domanda interna, il ridimensionamento degli investimenti, la riduzione dell'export. A pagare il prezzo più alto sono le piccole e medie imprese: peggioramento di produzione, fatturato, esportazioni e, in via definitiva, il fallimento. Impietose le ripercussioni sul mercato del lavoro. Come emerso dai dati dell’Inps del febbraio scorso, si riscontra un aumento del ricorso alla Cassa integrazione del 500%.

Oggi la crisi investe il cuore dell'industria italiana e, in modo particolarmente significativo, quella emiliano-romagnola. Infatti, per quanto riguarda il territorio bolognese, i dati dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro rilevano un forte aumento dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria: dai 1.200 del dicembre 2007 si e' passati ai 1.800 del dicembre 2008, mentre già a gennaio 2009 erano 2.500. Inoltre, è cresciuto anche il numero di iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia, ma la percentuale dei contratti di lavoro registrati negli ultimi sei mesi dello scorso anno si è rivelata inferiore rispetto al semestre precedente.

Per quanto riguarda le imprese, dalla tavola rotonda sui finanziamenti alle piccole e medie imprese, è emerso che nella "top 6 " delle province italiane per fallimenti di aziende due sono dell'Emilia Romagna. A Bologna e Ravenna il tasso medio dei fallimenti regionale supera quello nazionale. Nelle due città il numero dei fallimenti risulta più che raddoppiato nel 2008. Bologna e Ravenna occupano, a causa di questo risultato, i vertici della classifica per fallimenti di aziende registrati negli ultimi sei mesi.

In sintesi, questa situazione ha comportato nel 2008 a Bologna l’apertura di 107 procedure di disoccupazione, dato analogo a quello del 2007, ma nettamente superiore alle 60 degli anni precedenti. I lavoratori coinvolti sono stati 4.330, di cui 1.770 collocati in mobilità (in linea con il 2007) e 2.545 in Cassa integrazione straordinaria per chiusura, crisi, riorganizzazione o ristrutturazione; a questi se ne aggiungono 15 in contratto di solidarietà.

Oltre 900 lavoratori in mobilità sono concentrati tra Bologna, Castel Maggiore, Zola Predosa, Ozzano e Pianoro. Tra i settori più coinvolti dalla crisi vi sono quello metalmeccanico, l’edilizia, i servizi, il cartario e quello tessile. Si ha quindi un assaggio di quali siano i frutti, ancora acerbi, della crisi. Visto i dati allarmanti relativi all’ Emilia Romagna, riportati dal Convegno sui finanziamenti alle pmi (piccole e medie imprese) è risultato chiaro come, per stare al passo con le dinamiche socio-economiche che caratterizzano il 2009, anno difficile per il sistema economico, occorra individuare precise direttrici di sviluppo e priorità.