Camminare con passo svelto attraverso la città,
come ogni giorno Bologna vive uno stato di urgenza,
e rapida si muove in frenesia strana,
correre, correre, correre,
travolti dall'ansia collettiva del sentirsi inutili,
con il terrore di rimanere indietro,
correre il rischio dell'isolamento
all'interno di un intorno che va sempre più veloce,
alienati da una condizione imposta di produttività ad ogni costo.
Coinvolti nella fretta imperante di un mondo in fuga da sè stesso.
Indulgenti con noi stessi ci appelliamo alla complessità dell'epoca.
Flussi continui di (dis)informazioni
a volte fanno scordare gli appuntamenti importanti.
Scorgere nella possibilità di fermarsi
l'occasione per guardarsi dentro.
E ricordarsi di una storia,
riscopre il senso di una vita.
Così che segnare una data non sia uno sterile esercizio commemorativo,
ma una traccia di continuità su un sentiero di liberazione.
Vitalità pulsante di un identità riconosciuta.
Contro l'ingiustizia.
Quanti frammenti di memoria ci separano dall'oblio?
11 Marzo 1977, Bologna, Francesco Lorusso.
...perchè in maniera più o meno eclatante
il capitalismo uccide ogni giorno.
un@ compagn@