Martedì 24 febbario'09 ore 17 presso il Museo Ebraico

Carlo Levi: la paura della libertà e il fascismo

Scriveva Carlo Levi nel 1944: "La paura della libertà è il sentimento che ha generato il fascismo. Per chi ha l'animo di un servo, la sola pace, la sola felicità è nell'avere un padrone e nulla è più faticoso e veramente spaventoso dell'esercizio della libertà".

23 febbraio 2009

 

Nell'ambito della mostra su Carlo Levi conferenza di Guido Sacerdoti, Presidente della Fondazione Carlo Levi, Marcella Marmo, Università Federico II di Napoli e Franco Bonilauri, Direttore MEB.

Scriveva Carlo Levi nel 1944: "La paura della libertà è il sentimento che ha generato il fascismo. Per chi ha l'animo di un servo, la sola pace, la sola felicità è nell'avere un padrone e nulla è più faticoso e veramente spaventoso dell'esercizio della libertà".
Levi fu prima di tutto pittore. La sua storia di pittore inizia a ventuno anni (1923), con l'invito a esporre alla Quadriennale di Torino. Una storia, dunque, che precede di oltre due decenni l'esordio del Carlo Levi scrittore e che si dipana ininterrottamente fino a pochi giorni dalla morte. Con le sue opere pittoriche Carlo Levi ha illustrato il nostro Paese con impegno culturale concreto, fedele alla realtà, non ideologico, attento al rapporto con il Paese reale e con i suoi bisogni, e per il quale ha pagato un duro prezzo per il suo lavoro e per la sua testimonianza civile e politica.
Alcune parole-chiave del vocabolario leviano attraversano tutto l'arco del suo pensiero e della sua pittura. Tra queste risuona con forza particolare negli anni della guerra la parola "idolo", che richiama immediatamente altri due termini: "sacrificio" e "guerra". Alla luce, anche, di un breve saggio leviano del 1942, intitolato "Paura della pittura", si evidenziarà lo spirito iconoclastico che informa l'opera di Levi.

Ingresso gratuito

24 febbraio 2009
ore 17

Museo Ebraico
Via Valdonica, 1/5
40126 Bologna

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