Mio padre insegnava in una scuola serale subito dopo la guerra mondiale. Faceva lezione in un casale tra i terrapieni alla periferia di Bologna, ed era orgoglioso di aver contribuito a diffondere coscienza e sapere tra i lavoratori e i disoccupati negli anni ’50.
Ma la barbarie che avanza in questo paese sta attaccando questo istituto di civiltà.
Una recente direttiva ministeriale, organica al progetto di “riforma” Gelmini, prevede che le iscrizioni alle scuole serali si chiudano il 28 febbraio.
Negli anni scorsi le iscrizioni alle scuole serali erano aperte fino al giorno stesso in cui iniziano le lezioni. E questo è naturale, perché un lavoratore non può sapere con anticipo di sei mesi se in ottobre potrà o non potrà seguire i corsi di una scuola, e perché spesso le informazioni necessarie per iscriversi a una scuola sono complicate da trovare, soprattutto quando il lavoratore è straniero.
A Bologna ci sono diverse scuole serali, una si trova all’Istituto Aldini, e siccome vi insegno posso dire che gran parte degli studenti frequentanti si sono iscritti nei mesi estivi o in settembre.
In seguito alla direttiva ministeriale il rischio che corriamo è che il 28 febbraio le iscrizioni siano poche, e i molti che vorranno iscriversi fra tre mesi o sei mesi non potranno farlo, mentre gli organici verranno formati in maniera ridotta.
Risultato: molti insegnanti (soprattutto precari) perderanno il posto.
Molti lavoratori si troveranno senza possibilità di studiare.
Un pezzo decisivo della scuola pubblica verrà ridotto drasticamente.
Non c’è bisogno di dire che la scuola serale svolge una funzione fondamentale: favorisce la formazione di nuove competenze e soprattutto favorisce la diffusione di cultura, e l’integrazione tra persone di provenienza diversa.
Gli istituti economici internazionali affermano la necessità di rafforzare le strutture di formazione in un periodo nel quale la mobilità nel lavoro è considerata da tutti inevitabile. Quindi le scuole serali andrebbero incrementate. Perché ucciderle?
Forse un perché lo possiamo immaginare.
Quando la scuola pubblica serale sarà estinta, i lavoratori dovranno rivolgersi ad istituti privati che li faranno pagare per avere un insegnamento che sarà certo peggiore di quello che ha saputo offrire la scuola pubblica.
Se passa questa normativa, se non riusciamo a impedire la sua applicazione, e a prolungare le iscrizioni, la scuola serale bolognese Aldini rischia di subire un colpo decisivo, come tutti gli altri istituti pubblici di questo tipo.
Una semplice misura amministrativa, apparentemente innocua, potrà rivelarsi un’arma di distruzione puntata contro una parte importantissima della scuola pubblica.
Gli insegnanti dell’Istituto Aldini stanno raccogliendo firme contro questa normativa.
Occorrerà mantenere aperte le iscrizioni nonostante la direttiva ministeriale, occorrerà mobilitare gli istituti serali, gli studenti-lavoratori, gli insegnanti e tutto il personale. Occorrerà far giungere un segnale chiaro e forte al governo dell’ignoranza e dell’oscurantismo.
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