il movimento nel cuore dell'Amazzonia

Bernocchi (Cobas) sul Forum Sociale di Belem

Un contributo del portavoce della Confederazione Cobas sulle giornate di Belem. Un evento che ha segnato un passo in avanti significativo per il movimento altermondialista, nonostante sia stato ignorato o distorto dai media main-strem europei. Grande enfasi nel report di Bernocchi sul contributo delle comunità indigene.
15 febbraio 2009 - Piero Bernocchi

Si e' concluso assai positivamente il Forum sociale mondiale di Belem,
l'edizione (l'ottava, perche' una delle nove citate era in realta' la
Giornata di Azione Globale e non un Forum vero e proprio) a nostro
avviso piu' rilevante, significativa e dagli effetti piu' dirompenti e
duraturi.

L'ultima giornata era la piu' delicata e la piu' complessa, perche' si
trattava di sperimentare sul serio la proposta fatta dai membri del
Coordinamento italiano presenti nel Consiglio Internazionale (Bernocchi,
Bolini e Mecozzi) di superare la scissione tra Forum che solo discute e
confronta tesi e programmi e Forum che promuove iniziative, campagne e
lotte per cambiare concretamente il mondo.

La proposta prevedeva che il superamento venisse praticato nell'ultima
giornata del Forum tramite Assemblee tematiche nella mattinata, seguite
(ed era sulla carta il passaggio piu delicato) da un successivo
tentativo di sintesi in quella che avevamo proposto di chiamare
"Assemblea delle assemblee", ove concentrare strategie, programmi, lotte
e iniziative per il 2009.

C'erano molte incognite sulla giornata:

1) la possibilita' di avere una marea di assemblee tematiche non
convergenti e dispersive, come era avvenuto in un primo abbozzo del
genere messo in atto nella precedente edizione di Nairobi;

2) le obiettive difficolta' di sintesi tra le assemblee tematiche
nell'assemblea generale;

3) i contrasti sui contenuti, una volta che diventano di fatto comuni le
iniziative avviate (penso solo alla delicatezza della questione
palestinese che e' stata al centro dei ragionamenti di molte assemblee);

4) la possibilita' che ci fossero contraddizioni e contrasti tra la
"vecchia" Assemblea dei movimenti sociali (la struttura che finora era
servita a prendere iniziative) e la "nuova" Assemblea delle assemblee.

Eppure, quasi incredibilmente, si è riusciti a far filare tutto liscio,
nonostante una generale disorganizzazione pratica in tanti passaggi del
Forum: basti pensare all'insistenza con la quale gli organizzatori
locali e il gruppo "storico" brasiliano hanno voluto che l'Assemblea
finale si svolgesse all'aperto, nonostante a Belem sia piovuto in
continuazione, senza traduzioni (unica eccezione per i palestinesi, gli
altri tutti in spagnolo o portoghese), affinche' prevalesse un'aria da
festa popolare.

Cio' nonostante, si e' riusciti (e ancora una volta il contributo del
gruppo di Coordinamento italiano e' stato rilevante) a gestire in
maniera soddisfacente, tenuto conto delle enormi difficolta' obiettive,
i passaggi piu delicati: l'Assemblea dei movimenti sociali, che ha
accettato l'inclusione nella piu' generale Assemblea finale, la raccolta
in un numero limitato ma onnicomprensivo di Assemblee tematiche
l'arcobaleno di temi, campagne e lotte in campo; l'armonizzazione dei
risultati delle assemblee nella conclusione unitaria.

Le proposte programmatiche e le iniziative scaturite dalla gran parte
delle Assemblee tematiche sono di assoluto rilievo, decisamente
anticapitalistiche nella sostanza, ma con linguaggi e tematiche innovative.

Il contributo delle comunita' indigene e' stato esaltante,
straordinariamente unitario (tutte le comunita' hanno concordato sul
documento finale) e a tutto campo, riassunto nella formula del "buen
vivir" come descrizione concreta dell'altro modo di organizzare il mondo
che tutti vorremmo.

Addirittura fulminante il senso della proposta di mobilitazione mondiale
per il 12 ottobre 2009, anniversario della "scoperta" dell'America: non
vogliamo che sia un giorno di lamentazioni, hanno detto gli indigeni,
per i soprusi e le violenze subite, ma un giorno di riflessione sul
fatto che quella data segna un salto di qualita' nello sfruttamento e
nella distruzione di esseri viventi, natura, sentimenti e idee ad opera
dei potenti del mondo: e che dunque il riequilibrio e la salvezza del
mondo puo' avvenire solo se, insieme alla fine dello sfruttamento
dell'uomo sull'uomo (e sopratutto sulla donna) ci sia anche la fine
dello sfruttamento selvaggio degli altri esseri viventi e della "pacha
mama", della Madre Terra, con la quale gli indigeni si sentono tuttora
in armonia.

In assoluta sintonia con le comunita' indigene, che hanno giustamente
dominato la scena, i risultati delle assemblee ambiente e cambi
climatici (che ha prodotto la giornata mondiale di mobilitazione a
dicembre 2009 in coincidenza con il vertice mondiale di capi di stato e
governo sui cambi climatici a Copenaghen), acqua (la settimana di
mobilitazione a marzo 2009 in coincidenza con il Forum mondiale acqua di
Istanbul), donne e, con particolare rilievo e partecipazione emotiva, le
due assemblee "sorelle" sulla guerra e sulla Palestina che hanno
prodotto la mobilitazione mondiale del 4 aprile 2009 (gli europei
saranno tutti a Strasburgo) contro il 60 anniversario della Nato (parola
d'ordine "60 anni di Nato sono troppi:sciogliamo la Nato"), per la
chiusura di tutte le basi militari (impedendone nuove costruzioni:
particolare menzione per Vicenza) e lo smantellamento degli armamenti
nucleari; e nel contempo, con una solidarieta' totale di tutti, la
giornata mondiale a fianco del popolo palestinese e contro i crimini di
guerra e l'apartheid israeliano del 30 marzo 2009.

Insomma, l'Assemblea delle assemblee ha sanzionato e evidenziato una
grande alleanza programmatica anticapitalistica e innovativa di grande
valore: e questa alleanza e' apparsa cosi' forte, cosi' significativi
sono apparsi i movimenti sociali da spingere quattro presidenti
latinoamericani a dichiarare la loro totale "dipendenza" dai movimenti
stessi.

Infine, e' il caso di sottolineare che il gruppo italiano ha avuto una
notevole rappresentanza dal megapalco dell'assemblea finale, risultando
la delegazione piu rappresentata (tre interventi, uno il mio a nome
dell'Assemblea guerra e poi quello di Mecozzi - lavoro - e di Fattori
per la campagna sull'acqua) dopo quella brasiliana; e che in qualche
misura ha provato a riscattare l'orrenda immagine che anche in questi
giorni le istituzioni e la stampa (a eccezione di Liberazione e
Manifesto) hanno dato del nostro paese, parlando del Brasile non per
evidenziare gli strordinari avvenimenti legati al Forum ma per
discettare di interruzioni di rapporti diplomatici e partite di calcio
per rappresaglia sul "caso Battisti".

Piero Bernocchi (Confederazione COBAS)