Ennesima querelle sulla questione dei crocefissi a scuola

Professore richiamato per aver rimosso il crocefisso dall'aula

Franco Coppoli, professore presso l'istituto "Casagrande" di Terni, è stato convocato dal CNPI per aver rimosso il crocefisso dall'aula durante la sua ora di lezione.
10 febbraio 2009

Il professor Franco Coppoli di Terni, esponente dei Cobas scuola, è stato convocato per l' 11 febbraio dal Consiglio di disciplina del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) per aver rimosso il crocifisso in  classe all'inizio delle proprie lezioni, riappendendolo alla parete alla fine dell'ora.
 Coppoli rivendica la libertà docente di non fare lezione sotto un simbolo di una specifica confessione religiosa, invocando la libertà di insegnamento, la libertà religiosa e la laicità dello Stato e della scuola
pubblica previste dalla carta costituzionale.

 L'ordine del dirigente scolastico dell' Istituto "Casagrande" di Terni di non rimuovere il crocifisso e la minaccia di provvedimenti disciplinari, si configurano come atti discriminatori sul luogo di lavoro: costringere un docente ad insegnare sotto un crocifisso impone infatti una posizione di inferiorità del docente non cristiano o non credente - che si trova obbligato a fare lezione sotto un simbolo che non può essere costretto ad accettare come proprio - rispetto agli insegnanti cattolici o cristiani, i quali vedono la loro autorità simbolicamente valorizzata dalla scuola.

Per giunta va ricordato che non esiste alcuna  norma che preveda l'obbligo del crocifisso in aula, essendo abrogate le norme fasciste che inserivano il crocifisso tra gli arredi scolastici nelle scuole elementari e medie, in base alla sentenza della Cassazione del 1 marzo 2000

 L'attacco discriminatorio a Coppoli si inserisce in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze
della chiesa cattolica nelle vita politica italiana, di cui abbiamo avuto eclatanti dimostrazioni in questi giorni. Significativa la coincidenza con l'80° anniversario della firma dei Patti Lateranensi (11 febbraio 1929), il cui art. 1 indicava la religione cattolica come la sola religione di Stato.
Nonostante l'esplicita abrogazione di quel principio, le vicende degli ultimi anni caratterizzano l'Italia come uno Stato ancora confessionale in aperta violazione del principio di laicità previsto dalla Costituzione.  
 
 Il modo decisamente migliore per  "festeggiare" questa ricorrenza è affiancare il sostegno a Franco Coppoli con la "PARTECIPAZIONE IN MASSA DEL  POPOLO DELLA SCUOLA PUBBLICA";  ALLA MANIFESTAZIONE    "NO VAT" INDETTA PER SABATO 14 FEBBRAIO A ROMA (P.DELLA REPUBBLICA ORE 15)
 

 
 Piero Bernocchi -  portavoce nazionale  Cobas della scuola