La vostra voce

Lettera dalla provincia romana

Riceviamo e pubblichiamo, dopo l'inquietante episodio di Nettuno.

Gentile redazione,
sono un ragazzo della provincia romana, vi scrivo in quanto schifato da quanto sta succedento nella mia città.
Piu precisamente, in merito ai fatti avvenuti a Nettuno, come al solito la stampa nazionale omette paticolari importanti ai fini della comprensione della vicenda. In questo caso i fatti omessi riguardano la dinamica del gesto e le mancate reazioni a livello istituzionale.
Se si leggono i giornali, infatti, l'episodio, se di episodio si puo parlare, viene de-classificato come atto di bullismo, compiuto da giovani annoiati e drogati in una perfieria disagiata.

Nulla di piu falso.

Basterebbe un rapido sguardo alle fonti di informazione locale e indipendenti ed emegerebbero particolari inquietanti, primo fra tutti il fatto che al ragazzo indiano sarebbero state dipinte la mani e il volto di grigio prima di dargli fuoco.
Perticolare non senza rilevanza, particolare che ha fatto sbilanciare addirittura l'ispettore giunto sul posto che a caldo ha subito parlato di grave episodio razzista.
Particolare che fa il paio con un altro dettaglio. Il ragazzo indiano, ex-manovale disoccupato, fino a pochi mesi fa trovava riparo nella Stazione Termini di Roma.
Fino a pochi mesi fa, cioe' da quando l'ordinanza del sindaco Alemanno, che oggi si riempie la bocca con parole di condanna, ha cacciato tutti i "residenti" della stazione termini per questioni di decoro e sicurezza, scaricando il problema 50 Km più in là.
Al presidio antirazzista convocato il giorno dopo, inoltre, si sono registrate alcune provocazioni da parte di giovani che abitualmente stazionano sul lungomare nettunese, nulla di organizzato, ma che ci da la misura di quale clima si respiri da tempo nella cittadina laziale.
Nonostante tutto cio' il comune,in forza al PD, non ha partecipato in veste ufficiale e ha lasciato liberi i suoi consiglieri di portare solidarieta' al ragazzo indiano. Il buon senso ha, ancora una volta, lasciato spazio al calcolo politico. Voci interne al partito, infatti, confermano che la giunta non ha voltuto pronunciarsi ufficilamente, nè ha voluto parlare esplicitamente di razzismo, come d'altronde Veltroni, per non dare al sindaco di Roma Gianni Alemanno l'opportunità di dichiararsi anti-razzista (sigh!), preferendo sbonffonghiare qualcosa in merito a un non precisato disagio giovanile e clima di odio che affliggerebbe le giovani geneazioni.
Naturalmente, tutti coloro i quali hanno contestato tale posizione si sono subito trovati accusati di "fare il gioco delle destre" (ri-Sigh!) e di non tenere al bene e all'immagine cittadina.
Ma si tratta veramente di episodio, come vorrebbe farci credere la stampa?

La scorsa primavera affonda un peschereccio davanti al porto di anzio sui 4 componenti dell'equipaggio ( due immigrati e due nativi) si salvano solo i due nativi.
Coincidenza?
Forse! Nei giorni successivi il fatto vengono alla luce dettagli non del tutto irrilevanti. Trovatosi in difficoltà a causa del mare agitato,infatti, il padrone del peschereccio avrebbe abbandonato la nave con il suo motorista "bianco", lasciando in i due immigrati sottocoperta mentre il battello afondava.
Eroismo italiano!
I due non avrebbero toccato mai più terra.
Il mito popolare narrera' che il padrone del Costantino II ha affondato la propria barca con due immigrati dentro. Nulla di strano nè di scandaloso, sia nell'abbandonare la barca, sia nel liberarsi di due dipendenti a nero divenuti improvvisamente scomodi. Cosi come nulla e' stato fatto per le loro famiglie.

Ma sono solo episodi.

La seconda storia che racconto si svolge sempre a nettuno ed e' frutto della ricostruzione che me fa un vigile urbano da me intervistato.
Era il periodo in cui sui palcoscenici nazionali si rappresentava il grande dramma della pedofilia.
Una signora, sono circa le 17.00 di un sabato pomeriggio, entra in un negozio e lascia la sua bimba ad aspettarla di fuori. Pagato il conto alla cassiera si gira e vede un immigrato che parla e sorride a sua figlia. Scatta l'allarme, la signora esce di corsa dal negozio e grida al pedofilo. Il ragazzo la guarda esterrefatto e, prima che si renda conto di cosa stia succedendo, viene linciato dalla folla. I vigili urbani intervengono e con difficolta riescono a salvare il mal capitato e a portarselo prima al pronto soccorso poi in commisssariato. "L'unico posto sicuro in cui potevamo portarlo", mi viene detto dal vigile.
Al commissariato si tenta di riscostruire l'accaduto, cercando di capire se ci siano le condizioni per una denuncia. Nulla....
L'immigrato nega qualsiasi accusa di pedofilia e, dai testimoni oculari, si scopre che nessuno, nemmeno l'accusatrice, ha sentito o visto nulla che possa far pensare ad un atto di adescamento da parte di un pedofilo.
Il ragazzo verra' rilasciato tempo dopo, innocente e livido.
La stampa eviterà accuratamente di riposrtare il fatto, e l'"episodio" di "bullismo collettivo" cade nel dimenticatoio.

Episodi.

Ma di episodi tali ne accadono tanti nella periferia romana, perfieria in cui ForzaNuova organizza convegni sul mutuo sociale patrocinati dalle istituzioni. Periferia i cui muri sono tappezzati di scritte innegianti alla liberazione di un pluripregiudicato. Comuni, come quello di Nettuno, da anni commissariati per infiltrazioni mafiose e in bancarotta, con consiglieri condannati per spaccio di sostanza stupefacenti.
Zone abbandonate alla criminalita' organizzata e all'avidita' di politici e affaristi senza scrupoli. Zone in cui la prepotenza e l'avidità si esplica sempre soffiando sul fuoco del razzismo.

Tanti episodi, tante coincidenze, pero', che non fanno un clima, nè una cultura razzista, nè una deriva sociale e culturale per i nostri quotidiani, sempre pronti a gridare al mostro venuto dallo spazio, sempre pronti a dichiarazioni di facciata smentite dalla news successiva.

Ma non vi peoccupate.
Sono soltanto bravate di giovani annoiati.


Gaio Marcio Coriolano