Il tema della corruzione nella politica

Guardie, ladri e imbecilli

Bifo con questo articolo, a quindici anni dalla prima Tangentopoli, con la riesplosione del malaffare in varie amministrazioni periferiche del nostro paese e il coinvolgimento di diversi esponenti del PD, si domanda: "C’è qualcuno che sarebbe pronto ad affermare che la situazione italiana è migliorata da un qualsiasi punto di vista, rispetto agli anni del malaffare socialista e democristiano? L’ossessione legalitaria ha forse migliorato le forme dell’agire politico, ha moralizzato le relazioni tra governanti e governati, ha rasserenato i rapporti sociali ed umani? "

2 gennaio 2009 - Franco Berardi Bifo

Franco Berardi Bifo Ricordo una discussione che ebbi nel febbraio 1993 all’università di Lafayette, dove avevo tenuto una conferenza sulla politica italiana. Erano gli anni di Tangentopoli, Berlusconi si preparava a “scendere in campo”, i politici della prima repubblica, i Craxi e i Pomicino erano stati allontanati dalla scena, e gli “onesti” si annunciavano trionfanti come nuovo ceto politico salvatore. Ma alle persone che affollavano la sala, non avevo comunicato grandi speranze, anzi – con grande scandalo di una persona che intervenne accusandomi di disfattismo e di pessimismo antiprogressista – avevo detto che gli onesti che si stavano avvicendando sulla scena a me facevano più paura dei disonesti che venivano cacciati, e che tutto sommato continuavo (e continuo) a preferire i ladri alle guardie.
Ora sono passati quindici anni. C’è qualcuno che sarebbe pronto ad affermare che la situazione italiana è migliorata da un qualsiasi punto di vista, rispetto agli anni del malaffare socialista e democristiano? L’ossessione legalitaria ha forse migliorato le forme dell’agire politico, ha moralizzato le relazioni tra governanti e governati, ha rasserenato i rapporti sociali ed umani? Mi pare proprio di no. In questi quindici anni la società italiana è peggiorata da ogni punto di vista, quale che sia il criterio che si voglia adottare.
Non solo le condizioni dei lavoratori sono enormemente peggiorate Non solo l’invadenza vaticana si è enormemente estesa. Non solo il fascismo, il razzismo, l’aggressività hanno preso il centro della scena sociale. Ma anche il quadro politico è diventato enormemente più fetido di quanto già fosse negli anni del craxismo: un partito di mafia si è impadronito dell’intero sistema comunicativo e della maggioranza di governo, e – occorre dirlo – non è prevedibile nessuna svolta democratica nel futuro prossimo né in quello lontano, visto che non esiste più nessuna alternativa politico-sociale: il Partito democratico lungi dall’essere un’alternativa sociale è il partito della Confindustria – e lungi dall’essere un’alternativa morale sta mostrando di essere il risorto partito del malaffare democristiano amalgamato (bene o male non so) con l’autoritarismo caratteriale degli uomini del vecchio PCI.
La moralizzazione e il legalismo hanno sortito il peggiore degli effetti: la politica non è meno predona di quanto lo fosse quindici anni fa, il ceto politico non è meno mafioso anzi lo è di più. Io resto dell’opinione che i legalisti sono generalmente peggiori dei ladri e i moralizzatori peggio dei corrotti. La scena nazionale è sprofondata nel fango. La delazione è diventata un’arte raffinata, lo spionaggio delle telefonate altrui eccita gli istinti peggiori.
Il rigoglio indecente del legalismo e del moralismo con tutto il corredo forcaiolo degli sputtanamenti, delle illazioni, delle insinuazioni, delle calunnie, dei suicidi ha trovato larga fortuna da quando il popolo rimbecillito da trent’anni di televisione spazzatura ha finito per credere che se la legge fosse rispettata (quale legge?) tutto andrebbe meglio, e poi vota maggioritariamente per un capo-mafia che vanta un record di processi sospesi, prescritti e pendenti.
Figuri di scarsa cultura calcano i palcoscenici agitando il cappio con il quale finiscono spesso per essere impiccati magari i loro stessi figli.
Nel frattempo la devastazione economica si prepara a rovinare le nostre vite, lo sfruttamento aumenta, le ore straordinarie vengono detassate mentre i padroni licenziano e precarizzano, e i capitani coraggiosi come il democratico Colaninno fanno affari da sciacalli, come Alitalia.
Quanto tempo quanta distruzione e quanta miseria sarà necessaria, perché si capisca che la soluzione non la troveremo arrestando chi lucra illegalmente alle spalle della comunità – ma potremo avvicinarla solo eliminando le condizioni stesse dello sfruttamento e della corruzione? Perché il problema non è l’illegalità, ma la legge dello sfruttamento e della privatizzazione, alla quale tutti i moralisti si inchinano, senza capire che questa legge è la vera causa della dilagante immoralità.