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Cosa Gelmini concede e cosa no
Si è svolto ieri un incontro tra i rappresentanti del governo (Letta, Sacconi, Gelmini, Brunetta) e quelli dei sindacati concertativi.
Il verbale della riunione sembra segnare qualche positiva novità: rinvio di un anno dei nuovi ordinamenti per le superiori. Viene preso l'impegno a recepire nel prossimo consiglio dei ministri, in sede di emanazione dei regolamenti, il congelamento dell'innalzamento del numero massimo di alunni per classe, la facoltatività dell'introduzione del modello a 24 ore nella scuola elementare e di quello a 25 ore nella scuola dell'infanzia e l'assegnazione di due insegnanti alle sezioni a tempo pieno che il ministero accetterà di riconoscere sulla base delle iscrizioni; inoltre sembra riconosciuta la sopravvivenza del modello a tempo prolungato alle medie.
Bene. Un primo, limitato, risultato delle lotte di questi mesi.
Ma... Non è difficile fare l'elenco di ciò che rimane...
Rimane il maestro unico come modello base di tutta la scuola primaria (elementare), nelle sezioni a 24 ore e, con straordinari e insegnante di religione, in quelle a 27 e 30 ore. Rimane la cancellazione dell'istituto della compresenza (in tutti i modelli orari, tempo pieno compreso). Rimane l'aumento del numero minimo degli alunni per classe e quindi dei limiti per lo sdoppiamento delle classi. Rimane la liquidazione degli insegnanti di inglese e della loro competenza accumulata. Rimane l'eliminazione dei docenti inidonei e delle biblioteche da essi create, l'impossibilità di fare uscite didattiche da soli, ecc...
Inoltre rimane la legge 133 e quindi l'obbligo del ministero a tagliare quasi 90.000 insegnanti... quali sorprese ci arriveranno a marzo?
Ovviamente questo è solamente un primo sguardo, in questi giorni dovremo confrontarci, anche alla luce di ciò che verrà recepito nel consiglio dei ministri del 16 prossimo, per capire se questa uscita, alla vigilia dello sciopero generale di Cgil e Cobas, aveva solamente una funzionalità massmediatica oppure se, al di là di quanto si può leggere adesso, ci sia qualche inversione di tendenza.
Certo è che la nostra agenda di iniziative per difendere la scuola pubblica rimane invariata e - in particolare - la campagna sulle iscrizioni per il mantenimento dei modelli di scuola di qualità oggi vigenti assume un'importanza ancora maggiore: contrastare da basso faccia a faccia con i genitori la propaganda sull'orario ridotto e sul maestro unico, concretizzandola in iscrizioni di salvaguardia e pressioni ai dirigenti scolastici e alle amministrazioni locali. Continuiamo a mantenere alta la mobilitazione.
Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato
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