> Ascolta l'intervento di Sanhaji Abdelhadi (proprietario del Tarbacan Cafè)
> Ascolta l'intervento di Osvaldo (proprietario del bar "da Osvaldo")
> Ascolta l'intervista a Elio Corrente (comitato Libera Pratello)
> Ascolta il comunicato degli osti letto da Vladimir del Barazzo
Con una cassa audio appostata fuori dal locale, per coinvolgere la strada e valorizzare la dimensione pubblica dell’assemblea, inizia verso le 19 l’incontro tra gli osti del Pratello – non solo quelli colpiti dall’ordinanza, ma per solidarietà anche molti altri – per fare un primo bilancio di quello che sta succedendo alla storica via delle osterie di Bologna. In mattinata si era tenuto un programmato incontro col sindaco Cofferati e la sua giunta. Di incontro vero e proprio, però, non si può parlare - spiegano gli osti - dal momento che il sindaco si è limitato ad esprimere tutta la sua fermezza nel portare avanti questa politica, senza peraltro lasciare alla delegazione degli osti la possibilità di interloquire. Per questo la prossima mossa, prima di passare alle vie legali e ricorrere al Tar, sarà quella di richiedere a Cofferati un altro incontro, nella speranza che questa volta si apra un dialogo vero. Ma le speranze sono poche e al Pratello regna la delusione. “Abbiamo cercato tutte le mediazioni possibili, ma abbiamo sempre trovato un atteggiamento di chiusura dall’altra parte”. Tuttavia, la protesta deve continuare, e anzi deve andare oltre la questione del Pratello, perchè “qui è in gioco una visione del mondo, della città e della socialità che non corrisponde alla realtà”, dice Osvaldo. Il problema va ben aldilà degli interessi corporativi di chi a causa di questa ordinanza si trova a fronteggiare situazioni di seria difficoltà economica – un problema a cui il sindaco dovrà trovare una soluzione. L’attacco ai bar non può non rientrare in un disegno più ampio, in una politica cittadina che applica sistematicamente il “metodo Pratello”, nel nome della lotta al degrado. Tra gli osti è viva la preoccupazione per quello che sta succedendo a Bologna, un tempo città vitale. E mentre il microfono passa di mano in mano, sotto al portico davanti al bar si forma un capannello di un centinaio di persone. Infine è Osvaldo a lanciare la proposta di una mobilitazione cittadina, di una grande manifestazione di protesta verso questa politica, che reprime “a partire dai bar per finire agli spazi di socialità”.
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