1. L'ordinanza del Sindaco non è stata fatta per individuare soluzioni.
L'ordinanza mira a creare problemi, per residenti, osti e dipendenti di
questi e frequentatori della via. E li sta creando. Non riconoscerlo vuol dire
mentire sapendo di mentire.
2. Gli happening autoconvocati di venerdì e sabato ne sono la prova:
intervenire, d'imperio e dall'alto, in maniera autoritaria ed
autistica, non ci piace e non serve. E genera riposte leggittime e a volte
spurie. Si badi, peraltro, che per avere rave deve almeno esserci
un'adeguata musica, che venerdì e sabato non c'è stata, se non
nelle parole di pochissimi.
Un'altra conseguenza, odiosa anche se forse meno presente sulle pagine dei
quotidiani locali, è la perdita dei posti di lavoro nelle imprese impattate
dall'ordinanza.
3. Non ci interessano promesse, tavoli di relazione, occhiolini degli eletti.
Ciò che ci interessa è il ritiro, senza ulteriore condizione,
dell'ordinanza. Dal ritiro dell'ordinanza si può e si deve
ripartire per costruire un percorso partecipativo (e reale) per immaginare il
Pratello che verrà. Il resto sono chiacchiere e promesse da politici.
4. Oltre a questo cosa ci interessa? Il ritito dei provvedimenti di limitazione
della libertà personale e di socialità.
Ci riferiamo al c.d. "divieto di bere insieme"; oltre le 22. Ci
riferiamo agli odiosi rastrellamenti in essere da alcuni mesi: locali posti
temporaneamente sono sequestro (con i clienti oggetivamente co- sequestrati) da parte di Carabinieri e Polizia.
Ci riferiamo alle pattuglie che da domenica sera picchettano gli accessi alla
via come se vi fosse in corso un rastrellamento. In altre epoche, putroppo, il
nostro quartiere ha conosciuto tremende vessazioni- basta leggerne le lapidi- ,
evitiamone pertanto anche le brutte e farsesche copie, per piacere.
Ci interessa la possibilità di poter pensare, praticare e progettare il nostro
territorio come libero, sicuro e solidale, nel quale ognuno e ognuna che decida
di venirci a trovare (la mattina, il pomerigio o la notte) o a vivere sia
accolto e non rifiutato in un rapporto di reciproco rispetto.
5. Lo diciamo da residenti: il Pratello è di tutti, non solo nostro. Non ne
possediamo la proprietà, nè la possiede nessuno altro.
6. Il Pratello, per noi, è sempre stato un cross point nel quale ci si vede e si
conosce, si bevono bicchieri di san giovese e birre da mezzo. E così deve
rimanere. Siamo contrari ai processi che tendono a far diventare queste vie
brutte copie di salotti per ricchi.
Cordialmente, ci daremo da fare per vincere questa importante partita.
Comitato Residenti Piazza San Francesco
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