Conferenza stampa di Bologna città libera

Dove sono finiti i soldi dei tributi dei bolognesi?

Pubblichiamo la denuncia, resa pubblica questa mattina, dai consiglieri comunali che fanno riferimento alla lista cittadina indipendente. Ne esce un quadro agghiacciante, con una società concessionaria del servizio di riscossione per il Comune, che si tiene per mesi i soldi riscossi dai cittadini e l'Amministrazione di Cofferati lascia fare.

31 ottobre 2008

 La società Gestor s.p.a. è concessionaria del Comune di Bologna (dall’1/1/2004 al 31/12/2009) per  i servizi di 1) Pubblicità, 2) Affissioni, 3) COSAP permanente (passi carrai), 4) COSAP temporanea, 5) Tassa rifiuti giornaliera.
Tale Società (rilevata da S. Giorgio spa) incassa i tributi dai cittadini e, per contratto, è tenuta a versarli al Comune di Bologna con cadenza trimestrale, il giorno 20 del mese successivo (20 aprile, 20 luglio, 20 ottobre, 20 gennaio e così via), detraendo le proprie competenze.
La società è storicamente in ritardo nel versamento dei tributi incassati. L’unica spiegazione logica di tale sistematica morosità è che i tributi incassati in un Comune vengano utilizzati per coprire (anche parzialmente) i versamenti maturati per i servizi di esattoria di Enti Locali diversi.
Al 19 giugno 2008 la Società, saldato faticosamente il debito accumulato per l’anno 2007, era debitrice della prima rata trimestrale 2008 (scaduta il 20 aprile) pari a 4.063.250 euro. Il Direttore del Settore Entrate era costretto a chiedere alla ditta Fidecomm spa (garante di Gestor) l’escussione della fideiussione sottoscritta.  In giugno 2008 il Comune di Bologna sollecitava la Fidecomm ad intervenire, ignorando (ma bastava una ricerca sul sito della Banca d’Italia, attraverso Google) che la Società fosse stata cancellata dall’albo speciale degli intermediari finanziari fin dal 31/01/2008. Anzi, l’ultimo atti fideiussorio di Fidecomm era datato 05/02/2008, quindi successivo di 5 giorni alla data di cancellazione della Società.
Il Comune di Bologna, tutt’altro che allarmato dall’insolvenza e dalla mancanza di copertura fideiussoria, annunciava che, in caso di mancato pagamento anche della 2° rata trimestrale 2008 in scadenza il 20.7.2008, avrebbe valutato con il Settore Legale l’ipotesi di applicazione della causa di decadenza prevista dall’art. 13 del D.M. 289/2000, per inosservanza degli obblighi previsti dall’atto di affidamento e dal relativo capitolato d’oneri.
In una lettera del 19/06/2008 l’Amministratore unico di Gestor formulava una velata minaccia all’Amministrazione comunale affinché non avviasse o non proseguisse legittime azioni di recupero dei crediti, per non ostacolare “la ristrutturazione finanziaria della Società ”.
Il 21/07/2008  il Direttore del Settore Entrate comunicava che, non avendo effettuato la Gestor i versamenti dovuti (2° rata scaduta il 20.7.), sarebbe stata avviata la procedura per far pronunciare alla Commissione la decadenza dalla gestione.
Ancora il 26/08/2008, il medesimo Dottor Cammarata comunicava che la Gestor aveva versato solo parzialmente la 2° rata trimestrale (scaduta il 20.7.2008). Però, (dopo aver interpellato il Settore Legale del Comune, per attivare la procedura di risoluzione del rapporto per grave inadempimento della Società) aveva deciso di assegnare un ulteriore termine di 30 gg. entro il quale effettuare i versamenti mancanti. Per complicazioni nella notifica da parte dei messi del  Comune di Bari (sede di Gestor), il termine (fissato unilateralmente dal Direttore del Settore Entrate) si protraeva fino al 18 settembre 2009.

Quindi, era presumibile che, decorso tale termine senza aver ricevuto i pagamenti, il contratto con la Gestor  dovesse considerarsi risolto. E, invece, il 26/09/2008, il Direttore del Settore confermava che la Gestor non aveva effettuato i pagamenti dovuti e che il debito ammontava a 3.644.036,90 euro. Ma, incredibilmente, la procedura di risoluzione del rapporto con Gestor non veniva avviata. Infatti, la Società (in data 17.9.2008) aveva contestato che esistessero le condizioni per procedervi di autorità e aveva chiesto una “maggiore comprensione da parte dell’Amministrazione concedente degli sforzi compiuti finora dalla nuova proprietà per riportare in bonis un’azienda rilevata in gravissime difficoltà finanziarie”. La lettera si concludeva con l’ipotesi di rientro della situazione debitoria,  attraverso il versamento complessivo di 2.500.000 euro, entro il 20.10.2008.

Il Direttore del Settore Entrate il 18 settembre 2008 (All.6) rispondeva a Gestor:
 “pur non condividendo le vostre contestazioni, solo al fine di evitare un lungo e difficile contenzioso, si accetta integralmente la vostra proposta”.

Ma la Gestor, superando ogni più fantasiosa ipotesi, si limitava a versare ancora  acconti parziali, non saldando la 2° rata 2008 (scaduta il 20 luglio) e non pagando la rata successiva (anch’essa scaduta). Tanto è vero che, il 27 ottobre 2008, il Direttore del Settore Entrate confermava (All. 7)che la società Gestor era debitrice delle seguenti somme

¨ Spettanze dovute da rendiconto 2° trimestre 2008  1.664.520,24 euro
¨ Spettanze presunte 3° trimestre 2008    2.932.250,00 euro
¨ Sanzioni, interessi e sponsorizzazione     86.658,02 euro

             
Totale dovuto da Gestor al 27/10/2008    4.683.428,26 euro

Nella stessa lettera, il Direttore del Settore Entrate non specificava cosa intenda fare l’Amministrazione Comunale nei confronti di un concessionario rivelatosi  ripetutamente inaffidabile ed insolvente. Si limitava a precisare che, in attesa di chiarire con La Banca d’Italia la validità delle fideiussioni precedentemente sottoscritte da Gestor con Fidecomm spa, era stato chiesto al Concessionario di emettere una fideiussione nuova.
Alla conclusione di tale percorso, l’assessore Bottoni dovrebbe modificare la denominazione del Settore Entrate, aggiungendo l’aggettivo “facoltative”.
Il Comune di Bologna ha tenuto un atteggiamento arrendevole e inspiegabilmente dilatorio, che potrà essere in futuro emulato da tante altre Aziende fornitrici o concessionarie.
Secondo le modalità impostate dal Direttore del Settore Entrate (e coperte politicamente dall’assessore al Bilancio), i termini ultimativi fissati dall’Amministrazione comunale non sono mai effettivamente tali e possono essere ulteriormente prorogati di volta in volta.
Di fatto, con la concessione di proroghe infinite, si è arrivati alla modifica sostanziale delle intese contrattuali sottoscritte dalla Gestor, accettando la dilazione delle scadenze di ogni singolo trimestre.
Oltretutto, il Comune di Bologna è probabilmente scoperto. L’Amministrazione Comunale è sotto scacco, anche per la dubbia validità delle fideiussioni presentate da Gestor.  Se la Società fosse dichiarata fallita, come si recupererebbero i crediti maturati?
Una vicenda odiosa perché il Comune è inflessibile nel reclamare dai  bolognesi il versamento tempestivo e integrale dei tributi, mentre consente ad un Concessionario di trattenere, arbitrariamente e con finalità poco chiare, le somme incassate fin dal mese di aprile 2008.