Striscioni e slogan contro lo sgombero durante il Question Time

Protesta del Livello 57 in Comune

L'assessore Merola, rispondendo alle domande dei consiglieri di destra, ha detto che ci sono già le condizioni affinché la convenzione in corso con il centro sociale si possa annullare. Non è stata esclusa nemmeno l'ipotesi che l'amministrazione comunale si possa costituire parte civile nel procedimento giudiziario contro il centro antiproibizionista.
28 luglio 2006

Livello 57 Un gruppo di ragazzi del Livello 57 ha protestato questa mattina, verso mezzogiorno nell’aula del Consiglio Comunale contro il sequestro delle sedi del centro sociale disposto dalla Procura della Repubblica di Bologna. Sono stati esposti due striscioni sui quali si leggeva “Una scelta di massa non si può arrestare” e “i consumatori sono le prime vittime del proibizionismo e della narcomafie”. E’ stato letto un lungo comunicato nel quale si accusa il sindaco di aver trasformato la città “da dolce e affettuosa a cinica e vendicativa”.
Dopo qualche minuto di sospensione dei lavori, il presidente del Consiglio comunale, Gianni Sofri, ha fatto sgomberare l’aula dai vigili urbani.
Prima di uscire dall'aula alcuni degli esponenti del Livello 57 hanno urlato slogan contro Cofferati accusandolo di essere l’ispiratore dello sgombero: “sei tu ad averci mandato su una strada”.
“L'obiettivo di chiudere il Livello 57 - ha detto ai giornalisti il portavoce del centro sociale Rosario Picciolo- è già stato raggiunto. Siamo già stati buttati fuori.
Quello che voleva il Comune l'ha già ottenuto”.
Attualmente i ragazzi del Livello che prima dimoravano all'interno delle due
sedi del centro sociale sono accampati in camper e in un tendone vicino alla struttura di via delle Bisce, in zona Roveri.
“Domenica prossima – ha promesso Rosario Picciolo - faremo volantinaggio in occasione del concerto di Gilberto Gil che notoriamente condivide le posizioni
antiproibizioniste, cercheremo di avere un contatto anche con lui”.
Dopo aver abbandonato l'Aula, i “livellini” hanno sostato per qualche minuto nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, dove hanno nuovamente esposto gli striscioni e lanciato slogan contro la Giunta, poi si sono diretti in piazza Maggiore.
Poco prima della protesta in consiglio Comunale, l’assessore Merola, rispondendo durante il Question Time alle domande di attualità di tre consiglieri della destra (Carellka e Tomassini di Forza Italia e Bignami di Alleanza Nazionale), non aveva escluso la possibilità, da parte del Comune di Bologna, di potersi costituire parte civile nell'eventuale processo contro gli esponenti del Livello 57, ribadendo che le condizioni per stracciare la convenzione con il centro sociale ci sarebbero già, anche se ha confermato che non verranno assunte decisioni fino alla fine del procedimento della Procura.
Merola, però, non ha nascosto che “l'esito dell'inchiesta avrà ovviamente conseguenze anche sulla convenzione.
“I presupposti per procedere alla disdetta della convenzione - ha spiegato l'assessore comunale all'Urbanistica - ci sono già perché il centro sociale ha violato l'articolo che prevedeva di organizzare manifestazioni senza arrecare problemi ai residenti delle zone circostanti”.
“Inoltre - ha spiegato l'assessore - le due strutture (vicino al ponte Stalingrado e in zona Roveri) non sono adibite a residenza abitativa e il fatto di scoprire che c'erano venti residenti è un elemento di ulteriore messa in discussione della convenzione”.
Il sindaco Cofferati, a lato del Consiglio, ha confermato quanto dichiarato in aula dall'assessore Merola, e cioé che esistono già i presupposti per rescindere la convenzione.
Tuttavia, il Comune che con il Livello 57 ha in essere anche un
contenzioso legale, secondo le parole di Cofferati “ha deciso di tenere ferma l'azione giudiziaria fino alla conclusione dell'iter giudiziario, perché le accuse sono
molto pesanti ed è giusto che chi è accusato possa difendersi e che
la magistratura faccia per intero il suo corso. Solo dopo decideremo
come agire”.
Il sindaco ha proseguito: “Oltre che per rispetto della magistratura, ci fermiamo anche perché nessuno possa avere argomenti per strumentalizzare la
vicenda”.
A chi gli domandava un commento sulla annunciata manifestazione contro il proibizionismo e la repressione, proposta dal Livello 57 alle reti di movimento per il prossimo settembre, Cofferati ha risposto: “sono liberi
di promuovere le iniziative che ritengono opportune, non è questo il
problema, il problema per noi è la convenzione che si trova nelle
condizioni descritte in aula dall'assessore Merola”.
Il centrodestra intanto chiede all'amministrazione comunale di stracciare la convenzione con il Livello 57. Forza Italia e An, affermano che già dopo la perquisizione dei carabinieri del 25 maggio scorso c'erano tutti gli estremi per
mettere i sigilli alle strutture.
Come condor, sono scesi in campo anche i “piccoli industriali” dell’API: “Ora che le forze dell'ordine hanno sgomberato e sequestrato le sedi del Livello 57, compresa quella alle Roveri, ci sono le condizioni per iniziare un lavoro che richiederà un impegno forte e concreto tanto da parte del Comune quanto da parte del mondo imprenditoriale per la riqualificazione della zona industriale alla periferia. L'Api e il Consorzio Roveri guardano con grande fiducia alla fase che si apre dopo lo sgombero del L57 che creava tanti disagi agli imprenditori della zona.
La presenza del "Livello 57" era un ostacolo oggettivo ad un Piano di Riqualificazione che doveva avere come base di partenza il ristabilire le condizioni essenziali di vivibilità e funzionalità dell'area. Tali condizioni erano state fortemente compromesse, almeno in parte, dalle attivià del Livello 57 e dai postumi delle stesse: aziende imbrattate, sporcizia nelle strade, arredi urbani e cassonetti dell'immondizia divelti e distrutti. L'Api chiede legalità e sicurezza, essenziali per lo svolgersi delle attività nel pieno delle loro potenzialità”.
Queste parole sono “straordinarie” per capire quanti, scomparso il Livello, sono già pronti per partire, sia in Zona Roveri sia lungo la Ferrovia in Stalingrado, con attività di “riqualificazione urbanistica” che tradotto in un linguaggio “parla come mangi” significa SPECULAZIONE”.
Un gruppo di ragazzi del Livello 57 ha protestato questa mattina, verso mezzogiorno nell’aula del Consiglio Comunale contro il sequestro delle sedi del centro sociale disposto dalla Procura della Repubblica di Bologna. Sono stati esposti due striscioni sui quali si leggeva “Una scelta di massa non si può arrestare” e “i consumatori sono le prime vittime del proibizionismo e della narcomafie”. E’ stato letto un lungo comunicato nel quale si accusa il sindaco di aver trasformato la città “da dolce e affettuosa a cinica e vendicativa”.
Dopo qualche minuto di sospensione dei lavori, il presidente del Consiglio comunale, Gianni Sofri, ha fatto sgomberare l’aula dai vigili urbani.
Prima di uscire dall'aula alcuni degli esponenti del Livello 57 hanno urlato slogan contro Cofferati accusandolo di essere l’ispiratore dello sgombero: “sei tu ad averci mandato su una strada”.
“L'obiettivo di chiudere il Livello 57 - ha detto ai giornalisti il portavoce del centro sociale Rosario Picciolo- è già stato raggiunto. Siamo già stati buttati fuori.
Quello che voleva il Comune l'ha già ottenuto”.
Attualmente i ragazzi del Livello che prima dimoravano all'interno delle due
sedi del centro sociale sono accampati in camper e in un tendone vicino alla struttura di via delle Bisce, in zona Roveri.
“Domenica prossima – ha promesso Rosario Picciolo - faremo volantinaggio in occasione del concerto di Gilberto Gil che notoriamente condivide le posizioni
antiproibizioniste, cercheremo di avere un contatto anche con lui”.
Dopo aver abbandonato l'Aula, i “livellini” hanno sostato per qualche minuto nel cortile d'onore di Palazzo d'Accursio, dove hanno nuovamente esposto gli striscioni e lanciato slogan contro la Giunta, poi si sono diretti in piazza Maggiore.
Poco prima della protesta in consiglio Comunale, l’assessore Merola, rispondendo durante il Question Time alle domande di attualità di tre consiglieri della destra (Carellka e Tomassini di Forza Italia e Bignami di Alleanza Nazionale), non aveva escluso la possibilità, da parte del Comune di Bologna, di potersi costituire parte civile nell'eventuale processo contro gli esponenti del Livello 57, ribadendo che le condizioni per stracciare la convenzione con il centro sociale ci sarebbero già, anche se ha confermato che non verranno assunte decisioni fino alla fine del procedimento della Procura.
Merola, però, non ha nascosto che “l'esito dell'inchiesta avrà ovviamente conseguenze anche sulla convenzione.
“I presupposti per procedere alla disdetta della convenzione - ha spiegato l'assessore comunale all'Urbanistica - ci sono già perché il centro sociale ha violato l'articolo che prevedeva di organizzare manifestazioni senza arrecare problemi ai residenti delle zone circostanti”.
“Inoltre - ha spiegato l'assessore - le due strutture (vicino al ponte Stalingrado e in zona Roveri) non sono adibite a residenza abitativa e il fatto di scoprire che c'erano venti residenti è un elemento di ulteriore messa in discussione della convenzione”.
Il sindaco Cofferati, a lato del Consiglio, ha confermato quanto dichiarato in aula dall'assessore Merola, e cioé che esistono già i presupposti per rescindere la convenzione.
Tuttavia, il Comune che con il Livello 57 ha in essere anche un
contenzioso legale, secondo le parole di Cofferati “ha deciso di tenere ferma l'azione giudiziaria fino alla conclusione dell'iter giudiziario, perché le accuse sono
molto pesanti ed è giusto che chi è accusato possa difendersi e che
la magistratura faccia per intero il suo corso. Solo dopo decideremo
come agire”.
Il sindaco ha proseguito: “Oltre che per rispetto della magistratura, ci fermiamo anche perché nessuno possa avere argomenti per strumentalizzare la
vicenda”.
A chi gli domandava un commento sulla annunciata manifestazione contro il proibizionismo e la repressione, proposta dal Livello 57 alle reti di movimento per il prossimo settembre, Cofferati ha risposto: “sono liberi
di promuovere le iniziative che ritengono opportune, non è questo il
problema, il problema per noi è la convenzione che si trova nelle
condizioni descritte in aula dall'assessore Merola”.
Il centrodestra intanto chiede all'amministrazione comunale di stracciare la convenzione con il Livello 57. Forza Italia e An, affermano che già dopo la perquisizione dei carabinieri del 25 maggio scorso c'erano tutti gli estremi per
mettere i sigilli alle strutture.
Come condor, sono scesi in campo anche i “piccoli industriali” dell’API: “Ora che le forze dell'ordine hanno sgomberato e sequestrato le sedi del Livello 57, compresa quella alle Roveri, ci sono le condizioni per iniziare un lavoro che richiederà un impegno forte e concreto tanto da parte del Comune quanto da parte del mondo imprenditoriale per la riqualificazione della zona industriale alla periferia. L'Api e il Consorzio Roveri guardano con grande fiducia alla fase che si apre dopo lo sgombero del L57 che creava tanti disagi agli imprenditori della zona.
La presenza del "Livello 57" era un ostacolo oggettivo ad un Piano di Riqualificazione che doveva avere come base di partenza il ristabilire le condizioni essenziali di vivibilità e funzionalità dell'area. Tali condizioni erano state fortemente compromesse, almeno in parte, dalle attivià del Livello 57 e dai postumi delle stesse: aziende imbrattate, sporcizia nelle strade, arredi urbani e cassonetti dell'immondizia divelti e distrutti. L'Api chiede legalità e sicurezza, essenziali per lo svolgersi delle attività nel pieno delle loro potenzialità”.
Queste parole sono “straordinarie” per capire quanti, scomparso il Livello, sono già pronti per partire, sia in Zona Roveri sia lungo la Ferrovia in Stalingrado, con attività di “riqualificazione urbanistica” che tradotto in un linguaggio “parla come mangi” significa SPECULAZIONE”.