«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interni (...). Gli universitari? Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell'ordine dovrebbero massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano. Non quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì».
Quando ieri mattina, si sono letti questi “illuminati” consigli che, attraverso un’intervista a Quotidiano nazionale, Francesco Cossiga dava a Roberto Maroni, qualcuno ha sostenuto che l’arteriosclerosi galoppante di un despota ottantenne aveva fatto uscire tutto il “fango insanguinato” in cui aveva sguazzato il Kossiga degli anni Settanta.
Questa mattina, dai microfoni di Radio Tau, scimmiottando il vecchio “picconatore”, il numero due di An a Bologna, il giovane rampante Galeazzo Bignami, ha dichiarato: "Mi dispiace che Berlusconi non mandi la polizia contro le occupazioni. Con la magistratura che non interviene, gli insegnanti conniventi e i presidi pure, la polizia è quello che ci vuole”.
Il commento che ci è uscito dallo stomaco è stato soltanto uno: "Ma questo è proprio fascista dentro…”
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