Ore 15, fuori dall’orario scolastico… fino a qualche settimana fa quando si riunivano i coordinamenti cittadini degli studenti medi facevano fatica ad arrivare a cinquantapersone, ma dallo sciopero con corteo del 10 ottobre tutto è cambiato… è montato il movimento, si è rivista la moltitudine, è ritornata l’eccedenza del fiume in piena.
In Piazza Maggiore più di mille ragazze e ragazzi hanno “occupato la città” (come aveva proposto ieri l’assemblea del Liceo Minghetti).
Un’assemblea gestita a microfono aperto, con interventi brevissimi che si succedono a ritmo incalzante (più di trenta in un’ora e mezza), una specie di rap collettivo che rappresenta il vento nuovo della mobilitazione di questi giorni.
Quattordicenni, quindicenni, diciassettenni che prendono la parola e si danno la carica, scacciando insieme la solitudine che fino a qualche mese fa attanagliava la vita di questi ragazzi. In un minuto e mezzo c’è chi parla di Gelmini, c’è che dice “ci vogliono ignoranti per controllarci meglio”, c’è perfino chi abbozza una lucida analisi sulla catastrofe economico-finanziaria che si sta abbattendo sull’occidente capitalistico. Ad avere meno successo sono alcuni universitari che abbozzano un’analisi politica “strutturata” e, forse per questo, molto stantia. Invece prende molti applausi la mamma delle elementari Longhena che legge un comunicato di solidarietà della loro assemblea permanente.
Questo pomeriggio straordinario, che apre il cuore e la speranza ai curiosi quarantenni che assistono quasi commossi allo “spettacolo”, era stato preparato questa mattina con tanti piccoli cortei che dalle scuole avevano raggiunto il centro della città. E in corteo si riparte alle 16 e 20 verso il Provveditorato per “mordere”, alla faccia di Bossi e degli altri ministri che si detti non preoccupati per le manifestazioni degli studenti di questi giorni (“tanto non mordono”).
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