…Ed è solo l’inizio…
La scuola pubblica italiana sta vivendo come ogni anno una situazione di grave crisi.
Le politiche dei vari governi si sono rivelate disastrose e le presunte migliorie apportate al servizio scolastico si dimostrano uno specchietto per le allodole.
Mentre il decreto Gelmini viene approvato a colpi di fiducia e l’attenzione dei media si concentra sul grembiulino o sul voto in condotta sono quasi completamente oscurati gli 8 miliardi di euro di tagli previsti in finanziaria per il settore scuola dal 2009 al 2012; si accenna debolmente alla catastrofe che sta colpendo i lavoratori della scuola ,con 87.000 insegnanti e 47.000 ATA in meno, e vengono taciuti i tagli di ore alle sperimentazioni, l’accorpamento degli indirizzi tecnici e professionali, l’abbassamento dell’obbligo scolastico a 14 anni e la chiusura delle scuole con meno di 500 studenti iscritti, per non parlare della morte effettiva del tempo pieno per le scuole elementari.
E questi sono solo alcuni dei problemi peggiori, questa è la “razionalizzazione”.
L’idea di fondo che guida questi provvedimenti è quella della scuola (e dell’università) azienda/fondazione, una scuola dove gli enti privati divengono partners degli istituti pubblici laddove lo stato non ha interesse ad agire e tende a dirottare finanziamenti sugli enti privati.
La scuola pubblica è considerata un onere, non una risorsa e si sta sempre più impoverendo, non solo dal punto di vista economico, ma, conseguentemente ad esso, anche sotto l’aspetto della preparazione che fornisce agli studenti.Questo fa comodo a chi ha tutto l’interesse di smantellarla.
La pubblica istruzione, invece, dovrebbe essere ai primi posti nelle liste dei finanziamenti, dovrebbe essere tutelata e migliorata con riforme serie, con un adeguamento della stessa alle esigenze didattiche delle nuove generazioni e ciò non si ottiene comprando migliaia di lavagne digitali dal costo esorbitante, nè tantomeno riproponendo modelli d’insegnamento vetusti,ma, come minimo punto di partenza, ascoltando le sue esigenze e cercando il dialogo con coloro che ogni giorno la vivono e ci lavorano, a tutti i livelli: per migliorare veramente la scuola pubblica è necessario partire dal confronto fra tutte le parti in causa.
Questo confronto è costantemente impedito da una maggioranza arrogante e ostentatamente maldisposta verso l’opposizione civile,una maggioranza che definisce “estremisti” insegnanti e genitori delle scuole elementari che esprimono il loro dissenso alle sue politiche, una maggioranza i cui esponenti si permettono di lanciare uova su bimbi, maestri e genitori in manifestazione, una maggioranza che legifera su un bene pubblico escludendo a prescindere un qualsiasi dibattito inter partes in parlamento e fuori di esso.
Per questo abbiamo deciso di dimostrare in maniera forte la nostra opposizione a queste modalità di procedere e a questo ennesimo attacco alla pubblica istruzione e continueremo a farlo assieme agli studenti delle università e ai lavoratori della scuola in diverse iniziative di protesta coordinate, come la notte bianca proposta dalle elementari per il giorno 15 d’ottobre e lo sciopero dei lavoratori del 17.Per questo ribadiamo e rivendichiamo la forte valenza democratica dell’opposizione civile, anche se a qualcuno è invisa.Avere una coscienza politica che spinge all’attivismo è il fondamento stesso della democrazia, non una particolare devianza di “estremisti” facinorosi, e questo è bene che sia chiaro per il governo.La democrazia viene a mancare , al contrario, quando si scavalcano il dialogo e il confronto, cosa che pare essere divenuta prassi in particolare nei confronti della scuola.
Attualmente ci sembra di trovarci davanti a una grande emergenza democratica e civile e a questa emergenza è proporzionata la forza del nostro dissenso.
Ci rendiamo conto di infrangere, con le nostre occupazioni, alcune norme dello Stato, ma ricordiamo ciò che di più importante abbiamo appreso proprio a scuola: il nostro stesso paese è rinato sotto il segno di coloro che si permisero l’ “estremismo” di dissentire, sotto questa stella speriamo in una rinascita della scuola pubblica.
Coordinamento Studenti Medi Bolognesi
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