Ciao Sergio, davvero senza rancore. Che ora tu vada via non mi dispiace perché non è stato bello quello che hai fatto in questi anni nella mia città. Ma quelli che qui rimangono, e che ora fanno la fila per sostituirti, quelli che si accapiglieranno per spartirsi il potere che tu tenevi saldamente in mano, quelli che si congratulano per il ritornato potere delle loro lobbies, non sono migliori di te.
Non ti rimpiangeremo, questo sarebbe davvero dire troppo. Ma per lo meno tu hai saputo essere brutale. Quelli che restano adesso cominceranno a dire facciamo delle vere primarie, diranno che ci vuole l’unità contro la destra, diranno che il momento è difficile e dunque occorre essere responsabili. Sono ipocriti e sporcaccioni, i furbetti del quartierino che hanno costruito l’ecomostro di via Stalingrado, quelli che ogni anno organizzano lo spettacolo indecente del Motor show, quelli che sono riusciti a ridurre del cinque per cento le iscrizioni all’università con la loro baronaggine. Tu li tenevi a bada e strisciavano per ottenere la tua approvazione, poi appena voltavi le spalle ridevano di te. Adesso si danno le arie dei liberatori, ma adesso è con loro che dobbiamo fare i conti.
Li faremo.
In questa città – anche grazie a te, in un certo senso, occorre dirlo – è nata una realtà nuova che si chiama BOLOGNA CITTA’ LIBERA. Non è nata per liquidare un tiranno, è nata per liquidare la tirannia. Non è nata per odio nei tuoi confronti, ma per far di Bologna una zona di resistenza umana nei tempi cupi che si preparano, ora che il capital-liberismo crolla aprendo la strada a una forma di statal-capitalismo aggressivo che scarica sulla società le sue perdite e i suoi disastri nel tentativo di continuare a dominare.
L’agonia del capitalismo potrà essere dolorosa, potrà portare barbarie violenza e miseria. Ma potrebbe anche essere l'inizio di un'epoca nuova di ricchezza frugale e di amicizia.
Questo dipende da noi. E abbiamo deciso di fare di Bologna il luogo in cui provare un’altra via.
La battaglia che abbiamo iniziato a Bologna non è bolognese, e ora che te ne vai ciò pare evidente.
Però certo che tu ci hai stressato talmente che un certo qual merito nel formarsi di questa idea ce l’hai avuto anche tu.
Perciò grazie, in un certo senso. Grazie per averci costretto a venire fuori, a iniziare perché non se ne poteva più. Adesso andiamo avanti perché è giusto farlo, perché è bello ritrovarsi in tanti a credere di nuovo nella possibilità di un mondo di liberi e di uguali.
Proprio adesso, vedi, ce n’è un enorme bisogno in giro per il mondo.
Che tu ci sia o meno non cambia proprio niente. Andiamo avanti perché dobbiamo vincere le elezioni e governare questa città per ragioni che non sono solo bolognesi. Nulla cambia di quello che avevamo deciso. La settimana prossima uscirà il primo numero di BBC (Bologna per i beni comuni).
Martedì prossimo ci vedremo in via Zampieri per formulare il progetto Inquinamento zero.
Insomma, come vedi faremo come se tu ci fossi.
Perché quel che tu rappresentavi era il dogmatismo e quello resta, l’arroganza e quella resta, il potere del danaro. E quello resta.
Non è di te ma di tutto questo che volevamo e vogliamo liberarci.