All'ennesimo colpo di mano di un ministro dell'istruzione rispondiamo compatti scendendo in piazza per opporci a queste politiche scolastiche criminali 8 miliardi di euro di tagli previsti in finanziaria entro il 2012 (per sperimentazioni, laboratori, strutture, tagli di ore e di attività).
Tagli del 17% del personale fra corpo docenti e personale ATA (classi sovraffollate, chiusura della scuola al pomeriggio, insegnanti sovraccarichi di lavoro).
Accorpamento di indirizzi di studio tecnico professionali.
Impossibilità per gli studenti degli istituti professionali di entrare nelle università (creazione di scuole che non formano l'individuo ma lo preparano allo sfruttamento).
Lottiamo per il diritto all'istruzione.
Manifestazione
Venerdì 10 ottobre ore 9.00 piazza San Francesco
Coordinamento Studenti Medi Bolognesi
LA CRISI DELLA SCUOLA
mobilitazione corteo 10 ottobre Bologna
La situazione scolastica italiana impone un’analisi ed una riflessione non più superficialmente ristrette all’argomento scuola o alla riforma in questione. Dall’andamento delle politiche scolastiche si evince un progetto culturale, economico e politico su scala nazionale di ben più ampio respiro.
Di fronte ad una inevitabile e prevedibile crisi del sistema scolastico italiano, lasciato invecchiare per ottant’anni, gli occhi si rivolgono allo Stato in cerca di una soluzione. E la risposta è l’unica possibile da parte di una classe dirigente composta da imprenditori d’assalto: il liberismo, opportunamente declinato. Tutto ciò che è statale è Male, non è possibile concepire un bene collettivo che non derivi dall’interesse privato.
Così la scuola pubblica deve entrare nella logica di mercato, della domanda e dell’offerta. Lo scopo della scuola (“autonoma”) diventa la sopravvivenza. La sua arma migliore: la pubblicità. Giudici della spietata concorrenza tra istituti: i famigerati enti terzi, i Finanziatori, coloro che rappresentano l’”evoluzione” dell’istituzione statale, a cui è affidato il compito di sovvenzionare il diritto all‘istruzione. Quanti con la loro filantropia si guadagnano un posto nel nuovo consiglio di amministrazione. Tradotto: la scuola pubblica viene abbandonata in balia del libero mercato. Pronta a prenderne il
posto c’è l’azienda di maggior successo dal 728 ad oggi: la Chiesa cattolica, unica istituzione in grado di sobbarcarsi l'onere di fornire istruzione. Pronta a riprendersi quel monopolio della cultura che a fatica le era stato strappato nel corso di secoli di lotte. Capace di offrire una merce invidiabile: un sistema di valori e certezze dogmaticamente incrollabile.
Con la scuola pubblica viene cancellata la cultura stessa del pubblico: se da un lato è in atto lo smantellamento di qualsiasi traccia di stato sociale dall'altro vi è la sua messa al bando ideologica.
Facile parlare di meritocrazia quando è l’interesse individuale a dominare sul pubblico, quando il pubblico è utile solo alla spartizione dei debiti.
Dopo avere privatizzato i guadagni la classe dirigente si affretta a socializzare le perdite. Cosi come generale è il conflitto deve essere generale la risposta. Studenti e lavoratori uniti! E' per questo che rilanciamo la lotta per Venerdì 17 ottobre sciopero generale e generalizzato promosso dal sindacalismo di base!
Coordinamento studenti medi-Iskra Bologna