La battagli per i beni comuni

Referendum a Carpi: sconfitti, mai domi

Questa domenica a Carpi si è svolto il referendum per abrogare la vendita di parte del servizio idrico ai privati, con l'intento di spezzare la logica del "privato è bello", di introdurre degli elementi di riflessione e critica sull'efficienza economica come paradigma dell'organizzazione sociale, per affermare la bellezza di essere persone appossionate per la cura dei beni comuni dei nostri territori, ma soprattutto, per esprimere il desiderio di non starci alla logica dell'autonomia della politica, delegata a professionisti e ai loro servi e concubini.

2 ottobre 2008

 
Nell'Italia delle ministre veline, del partito ombra di se stesso, dell'opposizione giustizialista, degli extraparlamentari corrosi dalla natura testimoniale, della società civile a volte stanca a volte cooptata, il quorum non è stato raggiunto. Sicuramente non è facile da digerire, la questione dei beni comuni e quella dell'acqua, in particolare, intorno alla quale era nato un movimento capace di unire le questione internazionale con le vertenzialità locali, realtà provenienti da differenti percorsi, soggettività spesso distanti dall'impegno politico diretto, si avvia verso un tunnel, sulla stessa scia della Tav e delle altre questioni legate alle scelte sui nostri territori, intraprese, tra l'altro, con i nostri soldi.
 
La strada è lunga, molto più difficile di quello che si poteva immaginare, comunque è importante aver compiuto passi e scelte, aver aperto domande sui processi in corso, lanciare il messaggio che nulla è scontato, che se un futuro lo vogliamo ce lo dobbiamo conquistare con il nostro impegno. Si riparte dal 21 e 23 novembre con il Forum dei Movimenti sull'Acqua a Roma, come indicato nell'ultimo incontro del forum dei movimenti il 13 settembre a Bologna, e con la campagna Imbrocchiamola, promossa da Altraeconomia per l'uso dell'acqua del sindaco nei servizi di ristorazione, ma soprattutto si riparte dalla capacità di costruire comunità e reti di resistenza nei nostri territori, nei nostri quartieri, nei nostri luoghi di lavoro / studio, oggi come ieri rifiutando la logica della delega e della omologazione autoritaria.

L'attimo più buio della notte è prima dell'alba.  
 
Referendum, quorum non raggiunto
Alle urne solo il 21.2%; i Si al 59% e i No al 41%
Non è stato raggiunto il quorum del 50% +1 degli aventi diritto al voto
e dunque i risultati del primo referendum consultivo-abrogativo della
storia di Carpi non saranno ritenuti validi. Alle 20 di oggi, orario di
chiusura delle operazioni di voto, si erano recati ai 42 seggi infatti
solamente 12100 persone, il 21.2%. Lo spoglio delle schede inserite
nell'urna ha dato comunque questo responso: i Sì all'abrogazione della
delibera del 6 settembre 2007 (relativa alla cessione a privati di parte
del patrimonio azionario di Aimag spa, il 40% della quota del 25%
dell'azienda multiservizi in possesso dell'ente locale) sono stati 7086,
il 58.56%; i No invece 4966, il 41.04%. 48 in tutto le schede bianche e
nulle.
L'affluenza alle ore 12 era stata del 6,25%, mentre alle 17 aveva
raggiunto il 12,89%. In occasione delle Amministrative 2004 aveva votato
a Carpi l'82.5% degli aventi diritto, mentre alle Politiche dell'aprile
scorso poco più dell'88% Il referendum aveva chiamato al voto 57071
persone, circa settemila in più di quelle iscritte alle liste
elettorali: tra queste c'erano infatti anche i sedicenni e i
diciassettenni (1017) e i cittadini stranieri residenti e iscritti
all'Anagrafe da almeno un anno alla data odierna (4789).

Per altre informazionie maggiori dettagli sui dati d'affluenza, oltre
che per i risultati seggio per seggio, si può consultare
www.carpidiem.it