Sabato 4 ottobre, dalla 10.30 alle 18, al Circolo Pavese, via Pratello 53
Bologna città libera: si presentano i progetti
Dopo l'assemblea del 23 settembre, che ha visto una grandissima affluenza di persone (in quei numeri sicuramente inaspettata), il percorso di una lista cittadina, alternativa al sindaco Sergio Cofferati, prende corpo attraverso una giornata seminariale in cui si affronteranno i temi della comunicazione e in cui verranno presentati i progetti per lacittà.
1 ottobre 2008
"prove libere" di logo
Bologna città libera – Giornata seminariale e di presentazione di progetti per la città
Sabato 4 ottobre 2008, dalle 10.30 alle 18 (con pausa pranzo)
Circolo Pavese, via del Pratello 53
Programma:
Dalle 10.30 alle 13,00
STRUMENTI E LINGUAGGI PER LA COMUNICAZIONE
Dalle 14.30 alle 18
PRESENTAZIONE DEI PROGETTI
STRUMENTI E LINGUAGGI PER LA COMUNICAZIONE
Dobbiamo esaminare le varie forme di azione comunicativa da sviluppare nei prossimi mesi. Quali strumenti avremo?
- Un foglio quindicinale di 4 pagine
(quali sono le sue caratteristiche)
(come e dove lo distribuiremo)
- Un sito di social networking in allestimento dedicato a un pubblico giovanile (caratteristiche, collaboratori)
- Una newsletter da inviare a un indirizzario in costante espansione e a una serie di liste cittadine interessanti (approfondire la conoscenza della situazione di rete bolognese attuale, in ptc iperbole)
- Produzione di buste di carta o di tela di varie dimensioni che portano su un lato la scritta “IO NON SONO DI PLASTICA” e dall’altra parte portano un’immagine con un breve testo, magari una scritta. Sui lati la busta contiene due veri e propri editoriali di argomento ambientale, sociale, politico.
- La campagna per informare i cittadini e le cittadine dell’Unione Europea residenti a Bologna (rumeni, francesi, spagnoli, ecc.) del loro diritto al voto alle elezioni amministrative.
- La campagna rivolta ai fuori sede (lavoratori e studenti universitari) affinché prendano la residenza a Bologna.
- Le “antenne” di BOLOGNA CITTA’ LIBERA. E’ necessario individuare una lista di luoghi (interessati ma non legati in maniera esplicita al progetto) da coinvolgere come punti di diffusione, discussione e incontro: librerie, edicole, centri culturali, centri sociali, bar, osterie, trattorie.
- Hanno dichiarato la loro disponibilità e voglia di partecipare al progetto diversi filmaker, documentaristi, produttori di audiovisivi, operatori video e tv. Ci sono proposte di cortometraggi sulla città, di una produzione di 3 minuti giornalieri da pubblicare su youtube, ecc.
- Formazione di un “gruppo di azione comunicativa”. Decisive sono le azioni comunicative. Una potrebbe consistere nelle “inaugurazioni”. Una persona si mette la fascia tricolore e va a tagliare il nastro azzurro in un posto che a nostro parere dovrebbe diventare un luogo pubblico dedicato a una specifica funzione.
Sulla questione delle droghe, della casa, della cultura, dell’arte si possono fare delle belle inaugurazioni a cui invitare gli organi di informazione.
- Formazione di un gruppo che avrà il compito di organizzare seminari, conferenze, presentazioni di libri e convegni per sviluppare e rendere credibili le proposte progettuali, ma anche di tenere viva una tensione utopica per ripensare al futuro della città.
- Con un gruppo di docenti bolognesi si sta pensando di organizzare un seminario, con un taglio fortemente didattico, sulla storia del Novecento. Potrebbe diventare un’occasione interessante per coinvolgere studenti universitari.
- Campagna contro il “Bullismo degli adulti in divisa”. Il grave episodio di violenza avvenuto a Parma, da parte di agenti della polizia municipale nei confronti di un ragazzo di origine africane (che segue, a poche settimane, un altro avvenuto nei confronti di una giovane prostituta di colore, sempre da parte della polizia municipale della stessa città), conferma il fatto che le politiche razziste e xenofobe di questo governo “legittimano” episodi di intolleranza e violenza che avvengono in tutto il paese. La cosa ancora più grave è quando questi episodi sono il risultato della trasformazione dei vigili con compiti di polizia e della nascita degli assessorati con delega alla sicurezza. Noi non ci stiamo ad accettare che la figura del vigile urbano, al servizio dei cittadini e per la sicurezza stradale, diventi un ricordo lontano per abdicare a favore del "poliziotto municipale”. Dicono che le persone anziane si sentono “più sicure” a vedere i vigili con il basco e l'aria minacciosa, ma la “percezione della paura”, alimentata dai media e dalle politiche securitarie, in questo modo può solo crescere. Su questo terreno dobbiamo lavorare con proposte anche “di sfida”, del tipo “Assessorato contro la paura” al posto dell’Assessorato alla Sicurezza.
A CHI CI VOGLIAMO RIVOLGERE?
Siamo consapevoli della necessità di rivolgersi ad una realtà socialmente e culturalmente complessa, e non è possibile usare un unico linguaggio per parlare ai principali soggetti socio-culturali a cui ci riferiamo.
LE AREE GENERAZIONALI
- Il settore più importante (e più difficile) è quello costituito dalla generazione che entra oggi nei vent’anni, i giovani lavoratori precari e gli studenti che arrivano all’ Università (ai quali rivolgeremo l’invito di prendere la residenza a Bologna). Vi è una incompatibilità quasi insuperabile tra il nostro linguaggio e il loro, per ragioni che vanno al di là della politica, e si radicano nell’ovvia ostilità generazionale, oltre che nel condivisibilissimo fastidio per la sinistra novecentesca, sentita immediatamente come corpo morto, polveroso, noioso, inavvicinabile. Perciò, più che soffermarci sull’idea di trovare strumenti per coinvolgerli ai nostri ambiti di discussione, occorre favorire la creazione di luoghi di aggregazione al di fuori dei nostri, con i quali intrattenere un rapporto paritario ma esterno e autonomo. I temi più interessanti per quest’area sono quello della precarietà intesa nei suoi risvolti economici, identitari, psichici, sentimentali. E il tema della sofferenza psichica, della solitudine, della incomunicabilità e dell’autismo. Non va sottovalutato al contempo l’interesse che una fascia minoritaria ma importante dell’area ventenne può avere per la rivisitazione storica e filosofica di tematiche cui l’università dedica un’attenzione sempre più distratta, e per la tematica centrale dell’alterazione, delle droghe, del piacere.
Un discorso del tutto specifico andrà fatto per i giovani (sempre più numerosi) che trovano interesse nella destra culturale e/o politica. Dobbiamo considerarli come oggetto di una azione di tipo terapeutico: sono vittime psichicamente fragili e culturalmente mal attrezzate.
- L’area che si è formata nei movimenti degli anni ’70 e oggi ha intorno ai cinquanta o sessant’anni. Si tratta di insegnanti, lavoratori pubblici, professionisti, artisti, giornalisti alcuni dei quali sono ancora attivisti, molti altri invece seguono con maggiore o minore interesse le iniziative politiche di cui possiamo essere soggetti. Naturalmente è questo il target più facile perché conosce bene il linguaggi che parliamo abitualmente.
- L’area che si è avvicinata alla politica dopo l’89, spesso credendo nel progetto lanciato da Occhetto, poi incarnatosi bene o male nel PDS, poi progressivamente sfiorito e pervertito nel PD. Quest’area parla un linguaggio meno compatto e riconoscibile di quello che proviene dall’esperienza degli anni ’70, ma è particolarmente sensibile al tema del tradimento culturale operato dal partito di Cofferati. Naturalmente quest’area è molto spaventata dalla possibilità di contribuire alla vittoria della destra alle prossime elezioni amministrative.
- I trenta-quarantenni che si sono buttati nel lavoro con l’attesa (spesso delusa, ma talvolta soddisfatta) di fare carriera. Costoro sono quelli che più direttamente saranno colpiti dall’effetto della catastrofe economica americana che sconvolgerà il sistema economico mondiale. Formatasi negli anni ’80 e ’90 questa generazione ha assimilato i miti del post-moderno e dell’edonismo, ma ora si tratta di metterla di fronte alla duplice scoperta che il post-moderno è roba vecchia culturalmente fuori uso, e che l’edonismo si è rovesciato ormai in una vita di merda senza tempo libero, senza piacere. L’impotenza da stress, il sentimento di essere in trappola andranno elaborati come temi di comunicazione.
- Gli anziani che costituiscono la base di ferro del partito democratico. Occorre elaborare un messaggio che vada a colpire l’indegnità di chi strumentalizza il bisogno di sicurezza e di identità di questo settore. Attenzione al fatto che questo settore ha una memoria molto particolare e ambigua del ’77, in parte ha il dente avvelenato, in parte si sente colpevole di non aver capito niente.
I NOSTRI PUNTI DI RIFERIMENTO SOCIALI
Sul piano sociale i nostri referenti principali sono molto più sfumati e confusi di quanto fossero nell’epoca industriale.
- L’area del lavoro precario deve essere al centro della nostra iniziativa: a questo proposito bisogna aprire il discorso su due questioni: la questione della redistribuzione del reddito come grande tema strategico che emergerà dalla crisi economica. E insieme, paradossalmente, dobbiamo sviluppare un discorso su cosa è la ricchezza. La comunità, la condivisione la solidarietà nella vita quotidiana. Va riscoperta e riattualizzata la tematica della mutualità, in una terra che vide nascere le associazioni di mutuo soccorso e varie forme di cooperazione e che, oggi, vede finire o stravolgere quell’esperienza verso una logica puramente capitalistica (es. le coop edili emiliane che prendono gli appalti della Base americana a Vicenza o della TAV in Val di Susa – questo è il mercato bellezza – ci dicono).
Nei confronti degli studenti dobbiamo sviluppare una duplice iniziativa: prima di tutto la condizione materiale, la casa, il costo della vita nella città più cara del mondo. In secondo luogo occorre sviluppare un’iniziativa di tipo seminariale che si proponga come vera alternativa alla miseria universitaria.
- La questione operaia (e più in generale, del lavoro dipendente) va affrontata a partire dall’apertura di una battaglia sulla redistribuzione del reddito, sull’orario di lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo straordinario fa male alla vita, fa male all’amore, fa male all’intelligenza.
Bisogna cercare strumenti di comunicazione con gli operai, dal volantinaggio nelle fabbriche all’intervento in luoghi come i centri commerciali. Non sarà un lavoro facile, dobbiamo contrastare, tra le altre cose, la penetrazione dell’ideologia leghista nei luoghi di lavoro che alimenta una pericolosa “guerra tra poveri” (il nemico che viene dall’esterno e “ruba” lavoro e case popolari). Le proposte di Lega Nord e AN sulle graduatorie di edilizia popolare (privilegiando gli autoctoni), in una situazione di miseria avanzante, rischiano di attecchire.
- Il ceto della produzione intellettuale, informativa, artistica. Costoro sono un settore direttamente produttivo, e vivono la contraddizione intimamente connessa al lavoro cognitivo: un reddito inadeguato alle attese, uno sfruttamento sempre più intenso, il sentimento di essere espropriati di quanto essi amavano di più, cioè il loro stesso prodotto intellettuale, la loro creatività.
Buona parte di questo settore ha subito il fascino del “rinnovamento” della sinistra, attraverso la favola americana del PD veltroniano.
Un discorso a parte va fatto per i rappresentanti di questo ceto che hanno raggiunto un successo pubblico, i cosiddetti “intellettuali”. Dovremo sviluppare un ragionamento approfondito sulle tendenze attuali dell’intellettualità italiana, sulla sua codardia e sul suo smarrimento. A cominciare da quegli scrittori che da dieci anni si occupano di raccontare le avventure mirabolanti delle rivolte del passato, da Spartaco a Thomas Munzer al ’77, ma che posti di fronte alla necessità di un impegno diretto nello scontro di oggi preferiscono ritirarsi nel professionismo.
PRESENTAZIONE DEI PROGETTI
Nella seconda parte della giornata seminariale del 4 ottobre, dalle 14.30 alle 18, i proponenti progettuali dovrebbero illustrare la loro proposta, ma anche individuare le persone, le associazioni o le istituzioni con cui il loro progetto andrà sviluppato nel corso del tempo. Dovranno inoltre impegnarsi a fare delle presentazioni del loro progetto in luoghi come centri civici, centri sociali, scuole, facoltà e così via. Ogni proponente di progetto dovrà produrre un calendario di attività pubbliche.
Verranno presentati, anzitutto, i progetti che già sono stati resi pubblici, più quelli che sono stati proposti nell’ultima settimana e quelli che verranno portati direttamente all’incontro del 4 ottobre.
Suggeriamo altri argomenti su cui elaborare proposte:
- un progetto di mutualità per il lavoro precario.
- un progetto per realizzare un centro di informazione sul lavoro e sui diritti.
- un progetto organico sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro (qui abbiamo già la disponibilità di alcuni Rls del compartimento ferroviario di Bologna).
- una serie di progetti sul tema dell’uso e dell’abuso delle sostanze (gli eroinomani storici stanno diventando anche cocainomani, il mercato della cocaina sta crescendo con una velocità impressionante, trasformando molti consumatori in pazienti psichiatrici. Quindi parlare di “Camere del buco”, Drop in, Case della conoscenza psico-chimica è il minimo che si possa fare per affrontare laicamente la questione)