Nuove mode americane

Gli indubbi vantaggi dell'asinocrazia

Gli insegnanti scioperano. Ma si può mai sapere per quali ragioni si agitano? Cosa non gli va bene a questi incontentabili fannulloni che prendono uno stipendio per un lavoro inutile anzi forse dannoso?

25 settembre 2008 - Franco Berardi Bifo

Gli insegnanti italiani scioperano, scendono in piazza. Ma si può mai sapere per quali ragioni si agitano? Cos’è che non va bene a questi incontentabili fannulloni che prendono uno stipendio sia pure microscopico per un lavoro inutile anzi forse dannoso? Il Ministro Gelmini riduce un po’ gli organici, licenzia ottantamila maestri, sbatte fuori dalle loro classi qualche decina di migliaia di professori, costringe i presidi a fare delle classi con trentaquattro allievi, porta via soldi alla scuola pubblica e finanzia le scuole per asini devoti. Ma queste iniziative sono finalizzate al bene del buon popolo italiano, come si fa a non capirlo?
Si deve studiare di meno, questo è il santo principio. Meno professori meno maestri meno ore di scuole, meno giorni meno anni anzi se fosse possibile l’ideale sarebbe che il buon popolo italiano non fosse più costretto ad imparare quelle storie terribili che i marxisti atei pederasti insistono a volergli raccontare: le guerre gli olocausti la trigonometria l’evoluzione della specie e perfino l’antropologia culturale. Che bisogno c’è mai di rovinar l’umore dei nostri adolescenti con lo studio di tutte quelle disgrazie che rischiano di insinuare soltanto dubbi malefici? Non basta imparare il mestiere? non basta quel che ogni sera dice il professor Bruno Vespa? Per essere buone madri, buoni padri e buoni lavoratori non c’è nessun bisogno di tormentarsi il cervello con tutte quelle teorie che inquinano lo spirito.
Del resto, siamo realistici. Un filosofo inglese di certo comunista di nome Francesco Bacone disse un giorno una frase blasfema che ha poi traviato molte generazioni: conoscenza è potere. Così disse quell’ateo. Ora però, con l’aiuto d’Iddio abbiamo capito che le cose non stanno così. Se volete il potere sarà meglio essere asini.
Prendete quel Barack Obama che (Dio ce ne scampi e liberi) rischia di diventare il Presidente degli Stati Uniti. Certo quel giovinotto parla un inglese raffinato ed elegante, ha studiato nelle università migliori e si è sempre mostrato perfettamente preparato in politica estera, in economia ed in materia di diritti umani. Ma non è forse questa una prova del tutto inconfutabile del fatto che egli è diverso dall’enorme maggioranza dei buoni americani? Non è forse questa una prova del fatto che probabilmente è proprio lui l’Anticristo, il papa nero, addirittura forse islamico o forse ebreo? Studi recenti dimostrano che proprio per quell’intollerabile pretesa di essere una persona colta e preparata, sta diventando antipatico alla maggioranza degli americani che invece, sembra, adorano quella signora che ammazza quadrupedi con un fucile a pallettoni e non sa proprio niente né della storia né della geografia, per non dire del resto. Non è forse così che ci vuole il Signore Santissimo? Non disse forse il figlio dell’uomo: Beati i poveri di spirito, perché loro sarà il Regno dei Cieli?
Asini. Così dobbiamo essere. Questa è la nuova moda che si è diffusa nel mondo da quando un ex alcolista ex disertore convertito ha vinto le elezioni del paese più importante del mondo convinto che i Talibani fossero un gruppo rock, e ignorando chi era il presidente del Pakistan.
I risultati si vedono, dobbiamo riconoscerlo. Otto anni fa l’America era la più grande potenza militare di tutti i tempi, poi ha perduto una guerra dopo l’altra, e tutti quei fetenti di russi, coreani, iraniani e venezuelani gli fanno le pernacchie, incuranti delle minacce dell’asino presidente. Otto anni fa l’America era la più grande potenza finanziaria del mondo, e adesso deve girare con il piattino a chiedere l’elemosina perché le sue banche d’investimento sono fallite l’una dopo l’altra, e milioni di americani poveracci (che magari avevano votato per il candidato asino) hanno perso la casa e dormono sul marciapiede. Otto anni fa l’America era un paese discutibile ma rispettato. Adesso nessuno al mondo vorrebbe assomigliare a quel popolo di ignoranti che si è scelto un asino come presidente.
Ma questo a Mariastella non gliel’ha detto nessuno. La devota Gelmini non vuole sentire ragioni, il suo unico faro è quel signore di Arcore che da trent’anni, ogni sera ogni mattina ed ogni pomeriggio ci rifornisce il cervello di una sostanza sottile che ci aiuta a non sentirci soli, ed a ragliare insieme tutti quanti all’unisono.