Filippo Berselli (esponente bolognese di AN) , su Repubblica del 14 settembre dichiara: «I giovani della Rsi non sapevano dei campi di sterminio e ricordarli non è certo una forma di neofascismo».
Coi se e coi ma, la storia non si fa. Tuttavia una domanda mi viene: e se lo avessero saputo, cosa avrebbero fatto? I casi sono due: sarebbero stati d’accordo o avrebbero dissentito. Gli è che sull’esistenza dei campi di sterminio si era disinformati anche dall’altra parte, quella antifascista. Furono i pochi reduci da quei campi che avrebbero poi raccontato l’orrore, spesso non essendo neppur creduti al cento per cento.
Un italiano fascista negli ultimi mesi della guerra si trovava a Budapest. Vide, seppe e scelse da che parte stare e cosa fare. Oggi Giorgio Perlasca è considerato un eroe, un “giusto”, secondo l’espressione ebraica. Ma quando, dopo la sua incredibile avventura, tornò in Italia, non raccontò nulla di ciò che aveva fatto. Era una cosa “incredibile”, cioè impossibile a credersi e quindi impossibile a narrarsi. Giorgio Per lasca fu rintracciato – dio solo sa come – da persone che grazie a lui si erano salvate. Ed è solo da quel momento che iniziano narrazioni – Vedere il caso Schindler – di vicende straordinarie che si verificarono in Europa sotto l’occupazione nazista , prova di quanto possono coscienza e intelligenza quando s’incontrano con dignità e coraggio.
Dimitar Pescev era il primo ministro del regno di Bulgaria, stato in guerra come alleato dell’Asse. A seguito della manifestata volontà tedesca di deportare gli ebrei, il 17 marzo 1943 inviò al suo re Boris una lettera tanto diplomatica quanto ferma, in cui lo scongiurava di opporsi alla deportazione: «L'onore della Bulgaria e del popolo bulgaro non è solo una questione di sentimento, è soprattutto un elemento della sua politica. È un capitale politico del massimo valore ed è per questo che nessuno ha il diritto di usarlo indiscriminatamente se il popolo intero non è d'accordo”». Queste le ultime righe della lettera, che si può leggere per intero qui.
Si faccia ora attenzione. Giorgio Per lasca e Dimitar Pescev erano ciò che noi definiremmo uomini di destra, lontani cioè da ogni visione prossima a idee liberali o socialiste. Tuttavia essi dimostrano di avere ben radicato un valore: quello per cui l’essere umano e la sua dignità precedono ogni altra considerazione. Al suo ritorno Per lasca non aderì a partiti di sinistra; come Pescev, il quale di lì a poco dovette fare i conti con i sovietici, che lo misero da parte.
Come i due abbiano poi metabolizzato mentalmente e psichicamente la loro esperienza , non saprei dire. Sta di fatto che non risultano loro dichiarazioni a favore di una pari dignità storica delle due parti, nella vicenda che segnò la loro vita.
Ecco invece cosa dichiarò nel 1990 Giorgio Per lasca a Giovanni Minoli, che lo intervistava per la trasmissione “Mixer”:
«Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere
opporsi, eventualmente, a violenze del genere».
Ed ecco il punto. È ovvio che chi si arruolò nella RSI credeva in qualcosa. Ma basta crederci per acquisire dignità di verità? Uscendo dalle diatribe di oggi, possiamo dire che Tolomeo e Copernico meritano di essere onorati per il fatto che ciascuno dei due era sinceramente convinto di ciò che affermava di aver scoperto? O piuttosto non dobbiamo esser grati a Copernico per averci tirato fuori da un errore che aveva condizionato la scienza per secoli? E che cosa dobbiamo dire quando veniamo a sapere che, ben prima di Tolomeo, Aristarco di Samo già aveva formulato l’ipotesi di un sistema eliocentrico?
In effetti Aristotele e Tolomeo non hanno nulla per cui essere “condannati”: hanno riflettuto, hanno ricercato e sono giunti a conclusioni errate. Però in loro nome qualcun altro si vestì da giudice e condannò; cosa che oggi ci fa orrore.
Saltiamo agli anni ’20. Le squadracce che pestarono a morte Gobetti e Matteotti erano forse animate da alti ideali morali e civili al pari delle loro vittime, o erano dei mascalzoni senza onore (molti contro uno) che sapevano argomentare solo con la violenza del pugno e del bastone?
Esistevano, certo, giovani all’oscuro di molte cose. E che vogliamo dire di un regime che tiene i giovani all’oscuro di molte cose? Succede poi che qualcuno quelle cose le scopre; e anche se fino a quel momento ha detto sì, poi dice no e si comporta di conseguenza. E poi ci sono gli ottusi e i mestatori. E quelli che negano l’evidenza. E quelli che si esaltavano per gli otto milioni di baionette con cui – meschini! – pensavano di poter vincere una guerra mondiale e che dopo averla persa danno la colpa ai comunisti. Sono coloro con i quali oggi io dovrei “pacificarmi”.
Io? Sono loro che devono firmare la Costituzione come trattato di pace. Per me la guerra è finita il 25 aprile 1945 e oggi ci sentiremmo molto più pacificati se nel frattempo dagli ambienti fascisti non fossero continuate ad arrivar minacce alla democrazia.
A Berselli e ai suoi simpatizzanti chiederei una cosa semplice semplice: firmate la dichiarazione di Giorgio Per lasca; fatene un manifesto e affiggetelo nelle vostre sedi! Non persistete nel voler difendere Tolomeo dopo che Copernico è stato suffragato da Galileo, da Keplero e dai satelliti della NASA. Avete anche voi da guadagnare se vi metterete a pensare che lo stato è emanazione del cittadino e non il contrario.
P.S. – è notizia di questi giorni. Il boia delle Fosse Ardeatine, il capitano delle SS Erich Priebke, che sta scontando agli arresti domiciliari una condanna all’ergastolo ben meritata, è stato invitato da un’agenzia pubblicitaria a presiedere la giuria di un concorso per miss. E la parola che il promoter faccia di tolla ha pronunciato è stata la magica “pacificazione”.