Sabato 6 settembre'08, alle 16 al S.Orsola-Malpighi

Manifestazione davanti al Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura

La lotta per il diritto alla salute. Sabato 6 settembre 2008, alle ore 16, davanti all’ingresso principale dell’ospedale S.Orsola-Malpighi, dove ha sede il "Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura", si terrà un sit-in di protesta contro l’incapacità dell’A-usl di apportare piccoli miglioramenti per la vita dei pazienti e loro famigliari, tra cui l’ampliamento dell’orario di visita dei degenti da parte di parenti e/o amici, consentendo la visita anche durante la somministrazione dei pasti; l’applicazione del consenso informato (il malato deve essere informato, deve essere favorita la sua partecipazione nel percorso di cura); il monitoraggio, la verifica e il controllo sia della terapia farmacologia che del progetto riabilitativo.

6 settembre 2008 - Bruna Bellotti (presidente associazione "Diritti Senza Barriere")

All’Azienda USL bolognese sembra che poco importi se il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura Malpighi assomiglia ad un carcere.
I fatti stanno a dimostrare che, successivamente all’inaugurazione, a seguito dei lavori di ristrutturazione, a stare ai resoconti della stampa cittadina, pare non proprio in linea con la correttezza dell’impresa e del Direttore dei Lavori, sono stati effettuati sopralluoghi dai servizi di prevenzione dell’A-usl che hanno riscontrato inadeguatezze ed inottemperanze normative, limitatamente ai locali
Nulla si dice di come sono trattati i ricoverati.
Continua ad essere presente, esclusivamente, un clima di custodia, dove il personale non è preparato all’ascolto ed a stimolare la relazione con il malato. Tanto più, come ebbe a dire, con arroganza, il primario, nei nostri confronti durante il volantinaggio il giorno dell’inaugurazione: "volantinate all’ingresso e dentro CASA MIA".
Non possiamo più sopportare un clima repressivo che non tiene assolutamente conto di minime esigenze basilari per la ripresa del malato, perciò ribadiamo che è necessaria la collaborazione per ottenere risultati migliori sia per il bene dei pazienti che a beneficio della spesa pubblica.
Perciò sosteniamo che non è più tollerabile che l’A-usl non ampli l’orario di visita ai degenti, ciò deve essere possibile anche durante la somministrazione dei pasti, come in un qualsiasi reparto ospedaliero.
Pertanto, ribadiamo alcune richieste che abbiamo già presentato in altre occasioni:
- Rapporto numerico adeguato tra operatori e malati;
- Personale motivato, selezionato e formato;
- Formazione e aggiornamento pertinente e permanente;
- Presenza dello psicologo;
- Applicazione del consenso informato (il malato deve essere informato, deve essere favorita la sua partecipazione nel percorso di cura);
- Monitoraggio, verifica e controllo sia della terapia farmacologica che del progetto riabilitativo;
- Ampliamento dell’orario di visita esteso anche durante la somministrazione dei pasti;
- Permettere ai rappresentanti di associazioni di familiari e/o di tutela dei diritti dei malati di volontariato di effettuare visite a totale loro discrezione.
Chiediamo che questo miglioramento, che non comporta alcun costo per l’Azienda, venga immediatamente applicato.
Al sit-in di protesta, organizzato dall’associazione "Diritti senza barriere", hanno annunciato la loro partecipazione la Lista Reno per il Rilancio dello Stato Sociale e Medicina Democratica.