La vicenda del licenziamento del ferroviere

Ancora attestati di solidarietà per Dante De Angelis

Comunicati, appelli, raccolta di firme, il provvedimento repressivo di Trenitalia si rivolta contro l'azienda. La rivista dei macchinsti "Ancora in marcia" ha parlato di un licenziamento strumentale messo in atto come una sorta di rivalsa da parte dell'apparato dirigenziale FS. Ma questo episodio sembra più un avvertimento organizzato da un'azienda che usa la sua forza per ricattare tutti coloro che vorrebbero esprimere la propria opinione: pena, il licenziamneto.

21 agosto 2008

Proseguono gli attestati di solidarietà al macchinista Dante De Angelis, contro il provvedimento di licenziamento che Trenitalia gli ha comminato.

Antonio Di Luccio, il capo treno di Bologna gravemente infortunato per la chiusura della porta-killer di un Intercity ha espresso la sua solidarietà a Dante De Angelis: “Grazie Dante, per tutto quello che hai fatto e per quello che sicuramente continuerai a fare, per le tue battaglie le tue vittorie, che poi riportate nelle quotidianità non sono altro che la costante richiesta di sicurezza nei luoghi di lavoro. questo paese fa finta di porre interesse ad un bene come la sicurezza con un testo unico, ma in realtà non è in grado di fermare l'arroganza e la mancanza di professionalità di tanti dirigenti aziendali.la sicurezza non si baratta con niente, il tuo coraggio e la tua grinta non si fermeranno sicuramente davanti ad un licenziamento.
Grazie ancora a nome di tanti ferrovieri come me e di tante persone che utilizzano il treno”.


Anche la CUB Trasporti, in un comunicato, ha espresso la sua solidarietà a De Angelis. “Per le FS è procurato allarme denunciare la pericolosità degli Eurostar”, si legge in una nota. “Per Moretti e le FS – prosegue la CUB - De Angelis, si è macchiato di una grave colpa, aver svolto le sue funzioni di RLS portando all'attenzione dell'opinione pubblica un quesito non irrilevante: la rottura di un gancio di un Eurostar, come di qualsiasi altro convoglio ferroviario, può costituire un incidente potenzialmente pericoloso?
Una dubbio motivato dal fatto che con ogni probabilità la rottura del treno sia stata dovuta dall'usura e dalla carenza di manutenzione e non per un errore umano.
Trenitalia ha scelto di giocare pesante, esplicitando la sua posizione, adottando un provvedimento sproporzionato ... licenziandolo, senza tenere conto del ruolo di questo macchinista e dell'argomento su cui è intervenuto che è di interesse collettivo: la sicurezza ferroviaria.
La CUB Trasporti respinge la tecnica del licenziamento "facile" in quanto è un grave atto antisindacale che evidenzia le difficoltà e le gravi responsabilità delle FS ed è al fianco dei lavoratori ingiustamente colpiti”.


Pure la Rete 28 Aprile della Filt-Cgil parla di ritorno dei licenziamenti politici per intimidire i lavoratori: “le ferrovie devono ritirare il licenziamento di Dante De Angelis, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza reo di aver fatto il compito per il quale è stato eletto: controllare sollevare dubbi e chiedere verifiche sulle condizioni di sicurezza. Tocca al sindacato adesso chiamare i lavoratori ad una reazione immediata.
Mentre esprimiamo tutta la nostra solidarietà, non possiamo che constatare come la dirigenza delle ferrovie abbia deciso di coprire le proprie incapacità a fornire un servizio pubblico di qualità dedicandosi ad un giochetto oggi molto di moda: imputare ai lavoratori, che non "collaborano" tutte le inefficienze e magagne delle aziende. Non dobbiamo accettare passivamente questa filosofia aziendale che pretenderebbe che ai lavoratori sia tolto il diritto di disturbare il "manovratore", che per definizione ha sempre ragione, che non sbaglia mai e bontà sua sa quali lavoratori sono meritevoli e quali sono un ostacolo (e quindi da licenziare come in altri casi recenti.).
Tocca al nostro sindacato in primis abbandonare la logica concertativa per riprendere l'indipendenza di giudizio e di azione per poter rappresentare gli intessi dei ferrovieri, che hanno sempre coinciso con gli interessi degli utenti, ad avere un servizio adeguato in tutta sicurezza ed in condizioni confortevoli.
Chiediamo il reintegro immediato di Dante De Angelis”.



E, per finire, ecco il testo della petizione a favore di Dante De Angelis (le adesioni si ricevono al sito http://www.macchinistisicuri.info/ms/home.php)

Per mancanza di sicurezza si muore oggi in Italia, ma anche il solo parlarne può diventare un rischio. E' successo a Dante De Angelis, macchinista di Trenitalia da quasi trent'anni, che dopo gli incidenti del 14 e 21 luglio dove due treni si erano spezzati nei pressi di Milano, ha espresso la propria opinione sull'accaduto, denunciando la mancanza di manutenzione e usura dei treni. E così è stato licenziato. Esistono purtroppo le morti bianche, ma oggi sarebbe il caso di parlare di licenziamenti bianchi.
Sì perchè De Angelis è stato licenziato a sua insaputa, senza nessun preavviso, senza aver ricevuto nessuna missiva da parte dell'azienda Trenitalia. Il ferroviere, infatti, si è presentato il giorno di ferragosto al suo turno di lavoro presso lo scalo di San Lorenzo a Roma ed ha scoperto di essere un lavoratore sgradito, anzi licenziato. A nulla sono servite le richieste di una spiegazione, perchè subito dopo l'azienda ha chiamato la Polizia e ha fatto allontanare l'uomo che avrebbe dovuto salire sul treno e portarlo a Rimini. Secondo le Fs, invece, il licenziamento è arrivato perchè De Angelis avrebbe rilasciato dichiarazioni completamente false rispetto alla realtà dei fatti, esprimendo opinioni tese a screditare l'operato di Trenitalia. De Angelis è rappresentante del Lavoratori per la Sicurezza ed era già stato licenziato per fatti analoghi risalenti al 2006, reo, secondo Trenitalia, per aver denunciato la mancanza di sicurezza sui treni. Solo dopo sette mesi fu reintegrato ma in quel periodo non percepì nessuno stipendio.
L'episodio in questione contestato a De Angelis si riferisce agli incidenti del 14 e 21 luglio scorso, quando un errore di manovra del macchinista causò la rottura del tenditore di collegamento e di conseguenza il distaccamento tra due vagoni. Lo stesso Vincenzo Soprano, amministratore delegato di Trenitalia ha dichiarato di aveer sollecitato i produttori che forniscono i tenditori di verificarne l'effettiva efficienza, dopo le richieste di alcuni sindacati. Ma il problema resta, tanto che la procura milanese ha aperto un inchiesta sui due incidenti di Milano per disastro colposo.
Tuttavia i problemi esistono ma parlarne può diventare molto sconveniente, soprattutto se a dirlo è un dipendente della stessa azienda implicata in episodi che toccano la sicurezza. La rivista "Ancora in marcia" ha parlato di un licenziamento strumentale messo in atto come una sorta di rivalsa da parte dell'apparato dirigenziale. Ma questo episodio sembra più un avvertimento strategico organizzato da un'azienda che usa celatamente la sua forza per ricattare tutti coloro che vorrebbero esprimere la propria opinione: pena, il licenziamneto. Insomma vale sempre il detto, "ne punisco uno per colpirne cento".