In una conferenza stampa, tenuta ieri a Palazzo d’Accursio, il Comitato dei residenti di via Carracci e il consigliere del “Cantiere - Società Civile”, Serafino D’Onofrio, hanno presentato le prossime iniziative di mobilitazione degli abitanti della strada messa in croce dai cantieri dell’Alta Velocità.
Per mercoledì sera, 6 agosto, il Cantiere e i residenti hanno organizzato una "Notte in bianco" per protestare contro la Tav. Nell'occasione, verrà proiettato un film sui disagi provocati dalla Tav in Italia e si inizierà a raccogliere le domande di coloro che sono rimasti esclusi o non hanno avuto modo di presentare le richieste di risarcimento. Per il 4 ottobre, festa di San Petronio (patrono di Bologna), le domande verranno consegnate ufficialmente all'assessore Lavori pubblici della giunta Cofferati, Maurizio Zamboni.
Le richieste partono mentre i residenti di via Carracci n. 6 hanno già traslocato, dopo essere stati evacuati (rimarranno fuori dalle loro case per un anno).
Tra i condomini degli altri numerici civici della strada c’è allarme, in particolare per i numeri 2/4 e il 2/5.
“Martedì mattina sono venuti a mettere le transenne", spiega Dino Schiavoni, che gestisce un bar in via Carracci. E ci sono le foto a mostrarlo.
Adesso i residenti non chiedono piu' tanto se avranno o meno gli indennizzi, ma se la loro casa crollerà oppure no. Il timore, insomma, è che altri palazzi seguano il destino del civico 6: esclusi dai risarcimenti da una parte, evacuati e puntellati dall'altra.
Inoltre, gli abitanti sono tornati a lamentare molti disagi per via dei lavori e, al contempo, poche informazioni.
E' una strategia voluta, quella di non dare informazioni”, giura Mario Mariani, altro residente.
Ma a questo si aggiunge anche l'allarme per i ritardi: “Un ingegnere ci ha detto che dei 24 metri di scavo previsti sotto al livello della strada ne sono stati eseguiti solo sette, siamo molto preoccupati”, dichiara Callisto Valmori.
Intanto, langue la trattativa con Comune e associazioni dei commercianti per porre riparo alla moria di attività commerciali nella zona.
“Dovevano dirci qualcosa entro luglio, ma non abbiamo sentito nessuno - lamenta Schiavoni- io non volevo fare causa perché comunque non vedrei nulla per almeno cinque anni, e per cinque anni non reggo. Le attività commerciali in via Carracci non erano fiorenti, ma sono state distrutte ”.
Intanto, si sono anche rifatti vivi gli strozzini, anche se finora non hanno ancora trovato gente con l'acqua abbastanza alla gola.
Per gli abitanti, il Comune deve intervenire perché si è di fronte a una vera e propria emergenza.
Una strada che a breve potrebbe seguire l’esempio di via Carracci è via Corelli.
“Ad un anno dalla manifestazione che bloccò la strada, ancora non c'è uno spiraglio per i risarcimenti”, ammonisce D'Onofrio.