Scrivo questa lettera per segnalare una cosa, a mio avviso, sconcertante. Non credevo di vedere quello che ho visto domenica sera (27 luglio) all'aeroporto Marconi di Bologna. Ero sull'aereo arrivato da Casablanca alle 22 e, uscendo, ho notato a terra la polizia che controllava. Fin qui nulla di strano, normali controlli per scongiurare eventuali ingressi clandestini. Quello che invece non mi è parso per nulla normale, in uno Stato di diritto, è stato quello che ho visto al controllo passaporti. All'ingresso, nell'atrio adibito a tale operazione, un poliziotto ha rivolto un "invito" in questo modo: "I bambini da una parte, gli extracomunitari al centro, i comunitari da quest'altra parte".
Mi sono venute alla mente scene che ormai, per fortuna, appartengono solo alla storia tragica dell'umanità. Mi chiedo come sia possibile separare dei minori dai genitori e in base a quale esigenza di controlli. Nel nostro paese, da tempo, mi sembra non lo si possa fare. E allora perché? Fa parte della "tolleranza zero" ledere i diritti dei minori? E se è così da quando sono cambiate le disposizioni in materia?
Passato questo brutto momento, non pensavo me ne capitasse un secondo. Mi sbagliavo. In fondo all'atrio ritiro bagagli abbiamo dovuto subire un ulteriore controllo, questa volta ad opera della Guardia di Finanza. Un controllo bagagli ai raggi x, ovviamente già fatto a Casablanca, non segnalato per tempo e, quindi, con un approccio a gregge nei pressi della macchina che ha causato notevoli ritardi e disagi di vario genere.
Terminato il controllo, uscendo, ho protestato con un "signore distinto", in borghese, che mi ha riposto sprezzante: "Vada, vada, buona sera".
Credo che un po' più di umanità non guasterebbe anche nei confronti di persone che provengono da paesi considerati "a rischio" (di che cosa poi, se non di fame?).
Mi auguro che qualcuno intervenga, in particolare per quanto riguarda la separazione dei minori ai controlli, per porre fine a una cosa che ha dell'assurdo.