La Rete QueeRingBo ha cominciato il suo percorso da più di tre mesi;creata partendo da soggettività e collettività che vogliono prendere parola sulle tematiche di genere ha saputo coinvolgere in modo sinergico creatività, politica, energie e voglia di protagonismo.
L'obiettivo, è quello di ‘contaminare’ con i nostri contenuti tutti quegli spazi vitali da noi frequentati, abitati, passeggiati e vissuti. Negli spazi sociali, nei bar, nelle case, nelle strade vogliamo diffondere cultura queer non strettamente identitaria contro l'omofobia, non machista, antifascista con le nostre modalità comunicative ed inclusive.
Ci siamo riunit*, abbiamo discusso, ci siamo sperimentat* in iniziative comunicreative pubbliche; presentat* al pubblico per la prima volta il 25 aprile all’interno dell’iniziativa ‘ Festa della Resistenza Popolare’ in piazza dell’Unità, abbiamo continuato con una due giorni contro l’omofobia (Genital Hospital) per le strade e le piazze bolognesi, abbiamo denunciato con un presidio quei farmacisti che, in un esercizio pubblico, rifiutano di vendere la ‘pillola del giorno dopo’dichiarandosi impropriamente obbiettori di coscienza, ci siamo incontrati con centinaia di persone facendo banchetti informativi e creando momenti ludico ricreativi negli spazi sociali.
Costruire relazioni e aggregare individualità e gruppi anche distanti o in contrasto fra loro focalizzando gli obiettivi comuni: questo l'intento.
Per noi partecipare al Pride nazionale come rete QueeringBo, portando i nostri corpi e le nostre idee, è stato un'ulteriore sperimentazione del nostro vivere la città e di comunicare; questo passaggio è stato reso difficile a causa dell'opposizione dell'Arcigay e della sua vuota pretesa di rappresentare il movimento LGBTQ a Bologna.
Fin dall'inizio siamo stati censurati quando abbiamo provato ad inserire i nostri contenuti nella piattaforma di rivendicazione ufficiale; sono stati esclusi due camion su tre di quelli che facevano parte della spezzone Queeringbo, nel tentativo di diminuire la nostra visibilità (esclusione rientrata ad una settimana dal pride, solo dopo vivaci proteste da parte nostra); abbiamo dovuto assistere al montare di assurde voci infondate a cui gli organizzatori e questura davano credibilità, di possibili attacchi ai bancomat e vetrine o di camion kamikaze dei centri sociali che avrebbero tentato di inserirsi abusivamente nel corteo.
Insomma ci siamo trovati di fronte ad un Arcigay più attento agli equilibri del partito che alle diverse istanze del movimento LGBTQ, più attento alla tessera che alla reale partecipazione dal basso (migliaia di persone hanno sfilato senza tessere in tasca).
A fine corteo abbiamo assistito ad un ignobile ‘disguido’ in piazza VIII agosto dove una nota attivista del movimento LGBTQ, ora nel coordinamento Facciamo Breccia a cui va tutta la nostra solidarietà, è stata spintonata e ammanettata dalla polizia (chiamata dagli organizzatori!), trattenuta per tre ore in questura e denunciata, perché cercava di accedere alla zona palco senza il pass e neanche la tessera!!
Abbiamo visto alla fine del corteo la polizia schierarsi senza alcun motivo contro il carro Queeringbo e cercare di portarsi via uno di noi.
Per aver voluto dare continuità alla nostra giornata di lotta, autorganizzando una festa gratuita e senza tessere, abbiamo subito la repressione di centinaia di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa che ci hanno sgomberato da un campo adiacente al parco Nord solitamente usato come parcheggio. Nel frattempo gli ‘amici’organizzatori concludevano il loro pride business a suon di quattrini (15 euro l'entrata) ponendoci il problema in termini esclusivamente economici: ‘se voi fate una festa gratis noi non guadagniamo abbastanza, potremmo non rientrarci con le spese!’.
Hanno preferito rinchiudersi nel loro ghetto dorato del palanord mentre circa 300 partecipanti alla tre giorni 'gods of metal' (che si teneva all’arena parco nord) hanno sfilato per ben tre volte davanti all’entrata con braccia tese e cori del tipo ‘chi non salta un frocio è’, ‘ w la figa’ , fra la totale indifferenza dei presenti e delle forze dell’ordine.
Il nostro pride per fortuna non è stato solo questo, abbiamo comunque creato un altro momento di socializzazione e partecipazione dove i nostri contenuti, tra un 'pacchetto sicurezza' e un’'infiocchettamento'di porta Saragozza, tra musica e volantini si sono gioiosamente veicolati tra le decine di migliaia di persone presenti.
Continueremo positivamente il nostro percorso, combattendo le discriminazioni da qualsiasi parte vengano, ribadendo che la Laicità è il terreno comune dove far incontrare i modi diversi di sentire, di vivere e di autodeterminarsi.
Liber* di essere
A presto, QueeringBo
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