Il Ministro della Difesa La Russa non ci stà alla decisione del Tar del Veneto di sospendere i lavori per costruire una nuova base militare statunistense, ed è deciso a mantenere la linea politica amica degli alleati americani.
"Abbiamo dato mandato all'Avvocatura di Stato di presentare ricorso al Consiglio di Stato per chiedere di poter riprendere i lavori della base" sostiene il Ministro "rispetteremo gli impegni che ci siamo presi".
Accordi da mantenere a tutti i costi quindi, anche se si fondano su strizzatine d'occhio tra pochi capi e che pesano sulla pelle di chi abita quei territori.
Impegni presi tacendo sulle irregolarità nel bando d'appalto, sull'assenza di documentazone ufficiale che attesti il consenso del Governo italiano.
Questa stretta di mano tra i due governi è avvenuta negando l'evidenza di un impatto ambientale devastante, che distruggerebbe l'equlibrio delle falde acquifere, incrementando cementificazione e inquinamento.
Un tacito accordo tra potenti che hanno voltato le spalle alle migliaia di persone che hanno manifestato e lottato, opponendosi con forza a questo progetto, rivendicando il proprio diritto a decidere delle loro vite.
Il Ministro ha anche affermato "Noi pensiamo che non ci siano i presupposti, che non ci siano neppure il sospetto o il dubbio che la sentenza di merito ci dia torto..in Italia una sospensiva non si nega a nessuno. Neppure ai ragazzi bocciati a scuola".
Sembra proprio che il Governo non voglia mollare la presa, mettendo al primo posto l'alleanza con un paese guerrafondaio, piuttosto che chinare il capo davanti alla realtà dei fatti, piuttosto che scusarsi e chiedere perdono ai cittadini per aver messo all'ultimo posto la loro salute e i loro diritti, dato che nessuno di loro è stato ascoltato in merito all'adesione al progetto.
Achille Variati, sindaco di Vicenza, mette in luce proprio quest'ultimo aspetto di una vicenda che non ha niente di regolare e trasparente: la mancata consultazione dei vicentini riguardo decisioni che andranno a incidere sul loro territorio. Per questo il sindaco ha indetto un referendum, al quale il ministro non ha mancato di ribattere dicendo che "il referendum fatto così ha zero valore, i cittadini non ci andranno. Non è organizzato in modo serio... E comunque noi non ci faremo imporre le decisioni dalla piazza". Paradossale che proprio il governo parli di serietà dopo le scorrettezze rilevate dal Tar, ed eloquente per quanto riguarda la considerazione che esso ha dei propri cittadini quando chiama "piazza" migliaia di persone che vogliono vedere riconosciuto il propri dirittI.
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Vicenza non è una colonia americana: difendiamo i beni comuni!