Al Pride anche sigle di destra

Ricordare Stonewall

Pubblichiamo il comunicato dell'Assemblea Antifascista Permanente sul manifesto che pubblicizza il Pride che si terrà a Bologna il 28 giugno, un comunicato che critica la partecipazoine alla corteo di alcuni gruppi di cultura reazionaria, sottolineando che la lotta contro l'omofobia è lotta contro qualsiasi forma di discriminazione.
24 giugno 2008 - n.c.a. Malabocca

Uno dei manifesti che pubblicizza il Gay Pride bolognese del 28 giugno presenta l’immagine di un giovane neofascista dall’aria indifesa – il suo nome è Italo – che dice:

«Essere maschio significa picchiare, soprattutto i froci, meglio se in tanti contro uno, perché l’onore virile deve essere difeso. Se poi ti accorgi che il sabato sera, a CasaPound, al concerto del tuo gruppo nazirock preferito la vista del tuo camerata a torso nudo ti eccita, ti racconti che non importa, perché tanto tu e lui siete camerati, e poi non puoi essere frocio, perché non ti senti “sensibile”, non vesti alla moda, non ascolti Madonna».

Mettiamo che Italo esista. Mettiamo che Italo venga al Gay Pride. E mettiamo che la settimana dopo Italo e i suoi camerati vadano a “picchiare” non più i “froci”, ma altri: compagni, immigrati, chiunque. Sarebbe accettabile? Noi pensiamo di no. Configurare la lotta contro l’omofobia come lotta “corporativa” che va al di là di ogni appartenenza politica secondo noi è un errore. Tanto più oggi in un’epoca di trasformismi e mimetismi politici, in cui Alleanza Nazionale e Forza Nuova recitano la parte del poliziotto buono e poliziotto cattivo: AN “apre ai gay”, e FN contesta AN che “apre ai gay”...

Ma Italo non pare una svista. Alla piattaforma del Gay Pride aderiscono anche alcune associazioni per i diritti degli omosessuali che rivendicano una cultura reazionaria, l’ordine costituito, l’italianità, la Patria, l’Altare: ad esempio “Gay Lib” (Gay Liberali di centrodestra), “Polis Aperta” (associazione gay delle forze armate), “Noi siamo Chiesa”... Poi magari ci sarà anche qualche Italo che farà il poliziotto cattivo, come già è successo a Roma...

Sono passati ormai quarant’anni dalla rivolta esplosa nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 a New York quando trans, lesbiche e gay si ribellarono all’ennesima irruzione della polizia all’interno dello Stonewall Inn.8
Stonewall ha segnato un luminoso punto di non ritorno: la polizia non ebbe la meglio e la rivolta proseguì nei giorni successivi crescendo d’intensità, e vinse perché seppe coinvolgere altri settori di movimento, altri soggetti discriminati, oppressi, sfruttati.
Ogni anno nelle principali città di tutto il mondo il 28 giugno viene ricordato da migliaia e migliaia di persone che scendono in strada a manifestare per i diritti delle minoranze lesbiche, gay e trans. È la giornata dell’orgoglio e della visibilità: ricordare Stonewall per noi significa anzitutto ricordare una rivolta contro l’omofobia, il razzismo, il sessismo, l’ordine costituito, lo Stato, qualsiasi forma di oppressione e discriminazione.

Assemblea Antifascista Permanente

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