“Sergio, 73 anni, Dino di 60, Umberto, 70 anni, Silvano di 55 e Giuseppe di 65, Dante di 66 e così via”… Centocinquanta nomi sono il segno terribile di morte che l’amianto ha lasciato tra gli operai delle Officine Grandi Riparazioni delle FS. Per ricordare queste vittime e per denunciare i mancati risarcimenti da parte dell’INAIL, circa trecento operai sono partiti in corteo dalla fabbrica OGR di via Casarini e hanno raggiunto la sede dell’Istituto nazionale infortuni sul lavoro per tappezzarla con i nomi delle persone, morte a causa dell’amianto e che rischiano di diventare dei fantasmi. Non è un caso, infatti, che gli operai in corteo fossero tutti in tuta bianca per alludere a questo pericolo. Hanno indossato la stessa tuta bianca che i loro colleghi, anni fa, usavano per smontare le parti in amianto dalle carrozze ferroviarie, "peccato che nessuna parte dello stabilimento avesse zone protette e quindi le fibre di amianto circolavano ovunque.
Si è trattato senza dubbio di una manifestazione di protesta fuori dal comune e la singolarità stava anche nello striscione che apriva il corteo (“Nello stabilimento igiene e sicurezza sono assenti come la dirigenza”) e nel suono di una sirena che ha accompagnato per tutto il percorso la marcia dei lavoratori.
Nei volantini che gli operai hanno distribuito ai passanti si poteva leggere: “11 giugno 2008, l'amianto è ancora presente alle Ogr… non è mai stata realizzata una bonifica e i giovani lavoratori vivono con apprensione le continue ispezioni dell'Ausl ispirate dalle denunce dei delegati per la sicurezza. I lavoratori dell'Ogr continuano a morire”.
In un cartello innalzato il racconto di un'odissea: “Una causa contro l'Inail, intentata nel 2001, approdata a una sentenza favorevole al riconoscimento dei benefici nel 2004, ma poi impantanatasi nella pronuncia di un Tribunale nel 2006 che ha demandato la decisione alla Corte dei conti. Intanto, otto persone sono morte”.
La manifestazione di oggi era il corollario di uno sciopero che ha coinvolto tutti i 400 lavoratori delle OGR.
Mentrte gli operai tappezzano la sede con i nomi dei compagni scomparsi nel corso degli anni, il vicedirettore dell'Inail dell'Emilia-Romagna, Alessandro Crisci, ha cercato di mandare “messaggi distensivi”: “Noi siamo per il dialogo. L'amianto è una materia molto delicata, ma l'Istituto non è contro i lavoratori, ma al loro fianco. Noi non siamo chiusi alla ricerca di soluzioni positive. In regione abbiamo dato ben 7.000 certificazioni positive di esposizione all'amianto e 13.000 pareri negativi. Il tema delle OGR è particolarmente complesso e noi abbiamo bisogno di approfondimenti e documentazione”.
Parole che, come era prevedibile, non hanno rassicurato né fatto recedere i lavoratori in lotta.