Il Comune di Bologna e una strana forma di comunicazione

E le cose che non vengono fatte chi le comunica?

Alcuni giorni fa l’Assessore alla Comunicazione Giuseppe Paruolo ha annunciato che, a partire da questa settimana, il Comune di Bologna attiverà un servizio informativo chiamato “Comune Informa”, attraverso locandine che verranno posizionate a fianco degli “strilli” dei quotidiani davanti a 200 edicole e negli sportelli URP. Si tratterebbe di una forma di “comunicazione diretta” tesa ad ovviare alle pecche degli organi di informazione sulle attività dell’amministrazione comunale. Un tempo, tutto questo si chiamava “propaganda di regime”; se invece il nostro “eccesso di zelo” può risultare l’ennesima strumentalizzazione politica, l’Assessore Paruolo deve dire come intende comunicare le cose che l’amministrazione comunale si era impregnata di fare e, invece, non fa. Ecco tre esempi, sul tema dell'alloggio per le fasce deboli della popolazione.

26 maggio 2008 - Valerio Monteventi

via avesella Alcuni giorni fa l’Assessore alla Comunicazione Giuseppe Paruolo ha annunciato che, a partire da questa settimana, il Comune di Bologna attiverà un servizio informativo chiamato “Comune Informa”, attraverso locandine che verranno posizionate a fianco degli “strilli” dei quotidiani davanti a 200 edicole e negli sportelli URP. Si tratterebbe di una forma di “comunicazione diretta” tesa ad ovviare alle pecche degli organi di informazione sulle attività dell’amministrazione comunale.
Se i giornali hanno parlato in passato (e parlano tuttora) soprattutto di legalità, ruspe contro i rom, ordinanze anti-alcol, ronde, spray urticanti o manganelli siamo proprio sicuri che sia colpa loro e non di un sindaco che ha fatto di queste campagne la caratterizzazione politica del suo mandato amministrativo?
Se Paruolo e gli altri membri della Giunta hanno bisogno di una sorta di “Pravda di Palazzo d’Accursio” per pubblicizzare le loro “buone pratiche” vuol dire che qualche problema d’itentità forse i nostri amministratori ce l’hanno.
Un tempo, tutto questo si chiamava “propaganda di regime”; se invece il nostro “eccesso di zelo” può risultare l’ennesima strumentalizzazione politica, l’Assessore Paruolo ci deve dire come intende comunicare le cose che l’amministrazione comunale si era impregnata di fare e, invece, non fa.

ALCUNI ESEMPI NELL’AMBITO DELL’ABITAZIONE PUBBLICA E COLLETIVA
Tutti si ricorderanno la campagna della Giunta contro una ventina di occupazioni di alloggi ACER, si sosteneva che gli occupanti portavano via le case ai legittimi assegnatari. Il fatto che chi praticava quella forma di lotta intendeva denunciare il fenomeno delle case sfitte non veniva mai preso in considerazione. Oggi, in pratica, il fenomeno delle occupazioni è quasi inesistente, ma lo scandalo degli alloggi sfitti o dei cantieri pubblici infiniti non è cessato.
Ecco alcune storie che qualcuno dovrà chiarire.

PRIMA STORIA: VIA SANT’APOLLONIA 6 – 9 ALLOGGI
Il 19 dicembre 2001, una Determinazione dirigenziale approva il progetto di ripristino, risanamento e riqualificazione del fabbricato ad uso abitativo di proprietà I.A.R (IstitutiAssistenzaRiuniti), gestiti dal Comune di Bologna, per un importo complessivo di 1.069.582,24 euro.
Il 6 febbraio 2004, nella Seduta della Commissione Consiliare "Assetto del Territorio e Ambiente", l’allora Assessore Monaco illustra lo stato dei lavori e degli interventi abitativi in corso di esecuzione per 9 alloggi e annuncia la fine lavori prevista per giugno 2004.
L’8 luglio 2004, una determinazione dirigenziale prevede una variante in corso d’opera, con nuovi prezzi, per euro 82.588,95 complessivi, per problemi imprevisti emersi nel corso dei lavori.
Il 19 febbraio 2005 , viene prodotta la “Certificazione fine lavori” per 9 alloggi, ma non attivate le pratiche per la loro assegnazione.
A questo punto spunta un Contratto di Convenzione tra Comune di Bologna e Ministero della Difesa per la concessione al Ministero di 5 alloggi in Sant’Apollonia 6 ad uso trentennale, nell’ambito della Convezione tra Amministrazione comunale e Ministero per il CPT di Via Mattei (ex Caserma Chiarini). I rapporti preliminari con il Ministero sono stati curati dal Gabinetto del Sindaco (traccia della documentazione la si ritrova nel Settembre 2006 nel Settore Patrimonio del Comune di Bologna. I cinque appartamenti risultano repertati beni ex IPAB, ex Amm.ne Ospedali).
Nel gennaio 2006, venuta meno la sottoscrizione della convenzione da parte amministrazione militare (non più interessata ai cinque alloggi), iniziano le procedure per la richiesta di assegnazione degli alloggi secondo i canoni dell’ERP.
Il 10 luglio 2007, c’è l’assegnazione in locazione a canone calmierato di un alloggio in via Sant’Apollonia n.6, la framiglia però disdetta la consegna il 20 settembre 2007 (comunicazione del sevizio casa del 27 settmbre 2007).
Il 17 settembre 2007 c’è un’altra assegnazione, in locazione a canone calmierato di un alloggio in via Sant’Apollonia n.6.
Ad oggi, non ci sono altre assegnazione, pertanto, dalla documentazione del Comune risulterebbero vuoti almeno 7 dei 9 alloggi. Non risultano altri atti e delibere che facciano pensare ad un utilizzo dei rimanenti né alla loro destinazione d’uso.
Per quali ragioni, di fronte alla lunghissima lista di attesa nei bandi ERP o del “canone calmierato”, o di fronte al bisogno di avere alloggi per avviare percorsi di inserimento di persone disagiate, questi appartamenti sono rimasti vuoti da più di tre anni? Di chi è la colpa?
Nel frattempo, gli alloggi di via Sant’Apollonia sono passati nel patrimonio della nuova ASP IRIDES.

SECONDA STORIA: IL CANTIERE STORICO DI VIA AVESELLA 2/TANARI VECCHIA 1
Antefatto: si inizia con la destinazione dei fondi acquisiti dalla legge regionale 560/93 del 24 dicembre 1993.
Con la deliberazione di Giunta del 3/12/1995 viene approvata la spesa complessiva di lire 598.110.799 per lavori urgenti e indifferibili con affidamento a trattativa privata mediante cottimo fiduciario a varie imprese (Ironia della sorte: con effetto di Immediata Esecutività)
Altri atti negli anni successivi: luglio 1998, 24 maggio 1999, 26 ottobre 1999, 22 maggio 2000.
Il 19 gennaio 2004, con una domanda di attualità, viene chiesto all’assessore Monaco quando verranno iniziati i lavori e la previsione di disponibilità degli alloggi.
Il 15 luglio 2004 si scopre che nulla si è ancora mosso, l’immobile è lasciato in uno stato di completo abbandono.
Il 7 dicembre 2004 viene rilasciata una concessione di occupazione di suolo pubblico per cantiere dal 10 dic al 22 dic per effettuazioni lavori di manutenzione straordinaria nell’immobile di via Avesella 2/2 angolo Tanari Vecchia.
Il 13 dicembre 2004, in una nuova domanda di attualità, chiedevo notizie dello stato della ristrutturazione, passata attraverso le competenze di amministrazioni di diverso colore politico. La risposta dell’allora assessore Amorosi fu che le ristrutturazioni e le manutenzioni per cui erano già stati destinati finanziamenti sarebbero state fatte(SIC!),
Il 5 marzo 2005 - Gli alloggi di via Avesella, che erano stati occupati simbolicamente dal collettivo Crash, vengono rilasciati in cambio di impegno della Giunta (Assessore Zamboni) di intervento a breve per trovare soluzione. L’assessore stesso dichiara ai giornalisti che il “vero scandalo sono i cinque anni di abbandono”.
Il 22 aprile 2005 – Una Determionazione Dirigenziale approva l’adeguamento del progetto esecutivo relativo al fabbricato: importo complessivo di euro 2.200.000.
Altri atti dell’Amministrazione il 26 maggio 2005 , il 16 giugno 2005, il 15 luglio 2005. Il 21 luglio 2005, l’8 agosto 2005, 21 settembre 2005, il 20 ottobre 2005, il 28 ottobre 2005, il 16 novembre 2005, il 12 dicembre 2005, il 23 gennaio 2006.
Il 21 Aprile 2006 nel corso di un’udienza conoscitiva in commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture inerente gli interventi di nuova costruzione e riqualificazione per edilizia convenzionata e ERP, si impara che la fine lavori dell’intervento in via Avesella, previsto per il 31 luglio 2007, slitta alla fine del 2007. Si realizzeranno 14 alloggi, invece degli 11 iniziali.
Altri atti della pubblica amministrazione, il 27 giugno 2006, l’8 agosto 2007.
Il 19 settembre 2007 c’è una nuova richiesta di occupazione di suolo pubblico dal 1 ottobre 2007 al 2 maggio 2008 (si sfora di altri 4 mesi).
Il 15 gennaio 2008, l’Assessore Virginio Merola annuncia in Commissione che i lavori nel cantiere di Via Avesella si concluderanno alla fine di maggio 2008.
Il 22 gennaio 2008, dal settore Lavori Pubblici un’ulteriore concessione di proroga di 180 giorni fino al 24 giugno 2008, per il completamento dei lavori.
Il 18 febbraio 2008, (di provenienza riservata) viene inoltrato un Esposto per presunta violazione urbanistico-edilizia a cui segue il 22 febbraio 2008, dalla ditta che esegue i lavori, una comunicazione con l’impegno ad eliminare in breve tempo le carenze riscontrate sul ponteggio chiostrina-altana nell’ambito dei lavori di risanamento, ripristino conservativo del fabbricato di proprietà comunale di via Avesella 2 angolo via Tanari 1.
Il 21 Aprile 2008, la ditta che esegue i lavori richiede ancora una proroga per occupazione di suolo pubblico per il cantiere dal 3 maggio 2008 al 2 novembre 2008.
Tredici anni (e forse più) per portare a termine i lavori di ristrutturazione di 14 appartamenti è veramente un tempo insopportabile. Più dei lavori per l’Alta Velicità.
Chi pagherà per tutti questi ritardi? Probabilmente nessuno… E quelli che parlano di costi della politica perché non aprono bocca?

TERZA STORIA: S.A.T. SERVIZI ABITATIVI TEMPORANEI PER LAVORATORI, LE FAMOSE “CASETTE OLIMPICHE”
Il 20 dicembre 2007, nella seduta di Commissione V viene proposto dal Consigliere Salizzoni, il recupero delle strutture che sono state utilizzate dai i giornalisti in occasione delle Olimpiadi invernale di Torino messe a disposizione dalla Soc. Costruzioni KLZ Massivholz – Italia.
Il 25 gennaio 2008, nella seduta di Commissione V, l’Assessore Merola accoglie favorevolmente la proposta.
Il 22 febbraio 2008, in consiglio comunale, in occasione della discussione per il bilancio previsionale 2008, viene approvato un ordine del giorno per la realizzazione delle “casette per lavoratori”.
Il 26 febbraio 2008, la giunta , con un proprio atto, modifica il regolamento edilizio per la norma per l’altezza, unicamente per i Servizi abitativi temporanei per lavoratori.
Il 6 marzo 2008, in commissione consiliare V l’assessore Merola viene a presentare il progetto e la sua tempistica di realizzazione. L’area individuata è un’area di proprietà del Comune di Bologna, situata tra via delle Bisce e via del Selciatore, nell’area industriale Roveri. La tempistica di realizzazione che si prevedeva era:
- 60 giorni per la redazione e approvazione del progetto
- 60 giorni per la realizzazione di opere di urbanizzazione
- 60 giorni per la realizzazione completa della struttura SAT.
In questi mesi, però, si è sollevata una reazione (che chiamare xenofoba è un complimento) degli artigiani e dei piccoli industriali delle Roveri che non vogliono l’insediamento perché potrebbe essere fonte di “degrado”. E’ curioso che, questi problemi, gli stessi padroncini non li hanno quando devono impiegare lavoratori nelle loro aziende.
Comunque, sta di fatto, che il progetto è bloccato ed è facile che non sarà più realizzato in quella zona?
Perché?