Il pogrom del terzo millenio

Ponticelli (Na): cronaca diretta da un operaio

Facce ebeti e stravolte di sottoproletari che finalmente sono qualcuno (o qualcosa) perché possono sfogarsi davanti alle telecamere. E' stata proprio la presenza delle telecamere ad incitare all'assalto al campo rom.

16 maggio 2008 - By Operai Contro

Ponticelli Alle 8 di sera finisco di lavorare. Dal centro del quartiere una colonna di fumo nero. Dopo la trasmissione "Chi l'ha visto" che parlava del "tentato rapimento" di un bambino da parte di una rom minorenne c'è tensione nella zona e quindi telefono ad una amica che fa volontariato con gli immigrati. Mi dice che hanno incendiato diversi accampamenti di rumeni e che lei si trova assediata in un altro campo con un gruppo di famiglie, difesi dalla polizia. Cerco di raggiungerli. Il traffico è impazzito.
Abbandono l'auto nei pressi di uno dei campi in fiamme: qualche centinaio di persone guarda divertito l'enorme rogo. In maggioranza ragazzi ma anche adulti che filmano con i telefonini. Qualcuno alza il bambino in braccio perchè possa vedere il "focarazzo"; dall'altra parte della strada le persone "civili" continuano a fare jogging..... Arrivo finalmente al campo superstite. All'esterno facce ebeti e stravolte di sottoproletari che finalmente sono qualcuno (o qualcosa) perché possono sfogarsi davanti alle telecamere. E' stata proprio la presenza delle telecamere ad incitare all'assalto. Ho paura e sono disgustato. Riesco ad entrare nel campo assediato: ragazzi, vecchie, bambini, uomini che vedo tutti i giorni raccogliere rottami di metallo dalla monnezza facendo in Campania l'unica raccolta differenziata per riuscire a campare in queste baracche di cartone. Stanno ammucchiati in fondo allo spiazzo e davanti a loro 5 o 6 volontari cercano di calmarli mentre la mia amica al telefono cerca di raggiungere qualcuno che possa risolvere questa tragedia.
Prefettura, comune, regione di sinistra, nessuno è raggiungibile. Qualcuno le attacca il telefono in faccia. Consiglio di quartiere, preti: tutti assenti, tutti impegnati.
EPPURE PONTICELLI ERA LA STELLA ROSSA DI NAPOLI: LA CASA DEL POPOLO, l'ARCI.
Restano 6 volontari ed un povero scemo (IO) a fronteggiare la rabbia teleguidata di camorristi e sottoproletari e la paura di questi poveracci. Finalmente la telefonata di un pezzo grosso della caritas annuncia che arriveranno 2 pullman per trasferire i rom. Dove? non si sa. Lo diciamo ai rom ed ai poliziotti che continuano ad essere all'oscuro di tutto. Ripenso a Bolzaneto ed alla Diaz: erano compatti e decisi e stasera non sono capaci di allontanare la cinquantina di persone che continuano ad assistere allo spettacolo. Basterebbe questo ed i Rumeni se ne andrebbero sui loro tricicli scassati in un altro posto. Passa il tempo e dei pullman promessi neanche l'ombra. Arrivano invece altre troupes televisive e appresso a loro ricompare la folla inferocita ad arte. E' tutto uno spettacolo. I giornalisti vogliono intervistare i "nomadi" e gli facciamo capire che devono farlo nascosti tra le baracche per evitare di suscitare ancora odio.
Domande assurde "vi sentite minacciati?" "siete impauriti da quello che succede? " verrebbe da rispondere... NO, lo facciamo tutte le sere per divertirci. Arriva un giovane consigliere di quartiere e poi l'assessore alla protezione civile: STIAMO STUDIANDO LA POSSIBILITA' DI SISTEMARE QUALCUNO IN UNA SCUOLA.
La dirigente di P.S. dice alla mia amica: SIGNORA PENDIAMO DALLE SUE LABBRA. Alle 23.00 incendiano le sterpaglie a 20 metri da noi. I rumeni hanno capito che nessuno farà niente per loro, salgono sui tricicli scassati donne, vecchie di 80 anni, neonati e vanno via. La polizia li scorta per qualche km (certo non fino alla destinazione che è un altro campo abusivo) mentre solo in 15 vanno nella palestra di una scuola. Partono mentre la camorra spara fuochi d'artificio in segno di vittoria, io e gli altri volontari ci defiliamo per non essere il prossimo bersaglio della caccia al diverso.