da Uniboom
"Ho fatto due etti e mezzo, lascio?".
Sarà capitato a tutti di sentirsi dire questa frase dal droghiere sotto casa, dal macellaio o dal fruttivendolo; il fatto che ora lo faccia anche l'alma mater fa riflettere. Fa riflettere ancora di più se questa aggiunta è, come sempre accade, malamente ingioiellata e benvestita con termini tipo "principio di equità". Che bello giocare con le parole.
Nei fatti l'equità si traduce nell'equiparazione della contribuzione tra lauree a ciclo unico e lauree specialistiche che, come è noto, sono carucce e si aggirano intorno ai 2k (duemila) euro: chi è intenzionato a frequentare o sta frequendando (l'aumento vale per tutti, non solo per le matricole) c.d.l. in architettura, medicina, giurisprudenza, veterinaria o professioni sanitarie pagherà a partire dal quarto una retta simile a quella di una laurea specialistica.
E non è finita. Siccome l'alma mater è veramente equa ha previsto aumenti a tutte le altre lauree (triennali e specialistiche) del 3%, "lasciando" un pò di più dell' 1,7% stimato dall'Istat. Il peso totale della manovra si aggira intorno a cinque milioni, soldi che, forse, sarebbero dovuti confluire dagli studenti che hanno preferito invece iscriversi da un'altra parte ( -8% di iscritti), e dal calo dei fuori corso.
Quella che poteva essere un'occasione per rivedere il piano didattico e l'organizzazione dei corsi in un'ottica di contenimento delle spese, si è rivelato un'ottimo canovaccio per l'ennesimo rialzo speculativo a danno della popolazione studentesca.
Timidi apprezzamenti da parte di alcuni presidi di facoltà ("tasse impopolari ma giuste"), mentre il consiglio studentesco si indigna per non essere stato interpellato - novità delle novità - e risponde con un documento che boccia in toto il provvedimento. Intanto il provvedimento dovrebbe passare in consiglio di amministrazione (manco fosse una s.p.a., Ndr) tra una decina di giorni