Ci autorganizziamo, senza il vostro permesso

Il manifesto dei centri sociali

Nell'ambito della campagna promossa in risposta all'ennesimo attacco del Comune, i centri sociali bolognesi prendono parola dai muri della città. "Dalle nostre mura dipinte vi mettiamo i bastoni tra le ruote. Con le nostre note copriamo le vostre parole vuote. Con la nostra socialità demercificata ed i nostri saperi, liberi di circolare, sabotiamo il vostro mercato. Con la nostra memoria riproduciamo esperienze e vi facciamo sentire sempre più vecchi".
5 aprile 2008

Ci autorganizziamo, senza il vostro permesso

CI AUTORGANIZZIAMO.
SENZA IL VOSTRO PERMESSO.

Il Comune vuole mettere i sigilli l'Officina dei media indipendenti Vag61 per carenza di autorizzazioni, il rischio di un sequestro continua ad aleggiare sul Laboratorio Crash, mentre il Livello 57 riceve la notifica della disdetta della convenzione (l'accusa è di morosità: non ha pagato l'affitto dal giorno in cui è stato chiuso fino ad oggi). La Bologna partitodemocratica mostra sempre di più la duplice realtà di cui si compone: una la mappa, due le città.

C'è la forma e c'è la sostanza. La forma è quella di chi sta uccidendo questa città, muovendosi al riparo di formule che parlano di legalità e sicurezza, ma che in realtà esprimono esclusione e violenza. La forma è quella di chi crede che gli spazi autogestiti siano una minaccia. E come una minaccia vadano cancellati, e dopo dimenticati. A questo scopo tutto è utile. Anche uno scontrino o un pezzo di carta. La forma, appunto.

Poi c'è la sostanza. È quella di chi inceppa gli ingranaggi, e fa in modo che Bologna valga ancora la pena di essere vissuta. La sostanza è quella che anima i centri sociali. Non spazi per feste e bevute, non solo. Laboratori politici. Cuori della comunicazione. Motori culturali. Terreni di aggregazione. Dispositivi solidali. Linfa dell'autodeterminazione. Territori liberi. Vie di fuga percorse ogni giorno da un flusso continuo di corpi e menti. Sacche di vita.

Ci sfidate sul terreno della forma, perché su quello della sostanza avete perso. Credete che le regole vi salveranno. Ci tenete sotto tiro ma noi ci muoviamo veloci. Ci multate ma noi moltiplichiamo le risorse. Ci denunciate ma non ci spaventate. Ci sgomberate ma noi rioccupiamo. Ci controllate ma non ci tenete sotto controllo. Ci sbattete in faccia verbali e regolamenti, ma noi ci sentiamo autorizzati: ad autorganizzarci. Alla vostra tolleranza zero rispondiamo con i nostri desideri a mille.

Dalle nostre mura dipinte vi mettiamo i bastoni tra le ruote. Con le nostre note copriamo le vostre parole vuote. Con la nostra socialità demercificata ed i nostri saperi, liberi di circolare, sabotiamo il vostro mercato. Con la nostra memoria riproduciamo esperienze e vi facciamo sentire sempre più vecchi.

Voi lo sapete, e ne avete paura. Ci combattete. Ad ogni cellula del nostro corpo collettivo riservate un'offensiva diversa. Credete così di dividerci e renderci più deboli. Ma attaccare uno spazio significa attaccarli tutti. E farlo significa stimolare la nostra fame di riappropriazione, la nostra sete di tempo e di spazio, la nostra voglia di attraversare la città strada per strada.

Noi ci siamo, perché dobbiamo esserci.

Vag61, Xm24, cs TPO, Laboratorio Crash!,
Open the Space Ass. Livello 57

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