Report dall'incontro su teologia della liberazione e globalizzazione

Arturo Paoli a Bologna

Arturo Paoli ha riflettuto con Taty Almeida, una delle madri di plaza de Mayo, sulle contraddizioni tra un mondo occidentale ricco e un'altra parte del mondo dove si muore di fame e dove mancano i i diritti fondamentali.
Callisto Valmori

L'11 marzo 08, il Centro Donati ha invitato all'Università di Bologna Arturo Paoli, sacerdote ultranovantenne, che ha passato molta parte della sua vita nella povertà delle favelas in diversi paesi dell'America Latina.
Una esperienza al fianco dei poveri che ha segnato la sua vita ed il suo pensiero, rivendicando la scelta dei poveri.
Il pane che la nostra opulenza di bolognesi butta nei cassonetti ogni giorno, potrebbe sfamare uno stato dell'Africa.
L'incapacità di evitare il superfluo presente nei nostri supermercati, ci rende schiavi di abitudini da cui non sappiamo staccarci.
Se un giorno finisse la benzina, cosa potremmo fare? Cosa facciamo ora per modificare alcune abitudini a cui abbiamo consegnato il nosto modus vivendi?
Il rischio, se non riusciamo più a capire il modo di un possibile cambiamento , è di essere costretti all'improvviso a farlo, per situazioni che si determinano in emergenza.
La ricchezza crea spesso sentimenti egoistici per difenderla, aumentarla ingenerando meccanismi sociali di sopraffazione nei confronti degli altri.
Mentre i poveri, se alzano la testa, non avendo nulla da perdere sono soggetti di un cambiamento sociale e collettivo.
I ricchi sono invece soggetti di accumulazione individuale , anche attraverso il meccanismi della globalizzazione, che ha determinato regole e flussi per drenare risorse dai paesi poveri verso i paesi ricchi.

Arturo Paoli ha risposto alle domande del pubblico molto stimolanti. Ha preso la parola un parroco di Marano di Castenaso che ha presentato Taty Almeida, una delle madri della Plaza de Majo, che ha ricevuto la cittadinanza da parte dei comuni di Catenaso e Granarolo.
La Almeida ha preso la parola ringraziando Arturo Paoli per il suo impegno per i diritti umani nei paesi dell'America Latina, ed illustrando la tragedia 30.000 desparecidos, tra cui quella di su figlio Alessandro di 20 anni, scomparso ed ucciso dal regime di Pinochet.
La signora ha chiesto che, diversamente da quanto hanno fatto le gerarchie ecclesiastiche all'epoca, prevalgano il senso di responsabilità di sacerdoti come Arrigo e Massimo che hanno scelto di stare dalla parte dei poveri, e dei perseguitati.
La signora ha donato ad Arturo Paoli un simbolo delle donne che continuano a lottare per rivendicare i diritti negati ed a cercare di riavere i resti dei propri cari per potere dare loro una sepoltura civile.
Un applauso commosso ha chiuso la serata.