L'ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo

Cinque morti in una autocisterna di Zolfo a Molfetta

Nel corso di quella che avrebbe dovuto essere un'operazione di routine, la pulitura di una cisterna vuota utilizzata solitamente per trasportare zolfo, un operaio si è sentito male e gli altri quattro sono morti nel generoso slancio di salvarlo. In queste ore i carabinieri stanno studiando a fondo normative e decreti sui lavaggi di cisterne, per capire se ci siano state violazioni delle procedure obbligatorie di sicurezza. Solidarietà dagli operai della Thyssen.
4 marzo 2008 - Simona De Nicola

Ancora una tragedia sul lavoro. Quattro operai sono morti nel pomeriggio a Molfetta, in Puglia, all'interno di una autocisterna di zolfo in polvere. Altri due operai sono rimasti intossicati, uno è in gravi condizioni. Secondo una prima ricostruzione gli uomini stavano lavorando in un'autocisterna di zolfo in polvere, presumibilmente vuota e nella quale stavano effettuando forse lavori di manutenzione. Il primo operaio entrato nella autocisterna si sarebbe sentito male e gli altri sarebbero entrati per tirarlo fuori. L'incidente è avvenuto nell'azienda Truck center, che si occupa di parcheggi, attrezzature e impianti .Tra i morti vi sarebbe il titolare dell'azienda, intervenuto per soccorere gli operai.
La vicenda si tinge di giallo in quanto, secondo il parere dei tossicologi e dei medici legali impegnati nelle indagini, la polvere di zolfo contenuta nell'autocisterna non e' tossica e non causa assolutamente la perdita dei sensi: provoca tosse, irritazione di gola, ma nient'altro. Forse l'intossicazione letale deriva dall'uso di un solvente o della candeggina nel lavaggio del serbatoio. Così dicono fonti vicino agli investigatori. Domani l'autopsia e nei prossimi giorni l'esame tossicologico lo accerteranno con maggior sicurezza.
Resta un fatto, incontestabile e grave: in Italia si muore ancora sul posto di lavoro e la sicurezza per gli operai, nonostante i sette morti alla Thyssen lo scorso 7 dicembre, resta un miraggio. Tutto questo in un clima di crescente precarizzazione del lavoro.
Avanti politicanti di ogni dove, siamo in campagna elettorale, questo è il momento delle promesse di cambiamento e delle speranze. Chissà che tra le molte favole raccontate non si annidi una reale soluzione.