I precari: "Subito un nuovo regolamento"

A rischio i concorsi da ricercatore universitario

L'applicazione della nota ministeriale sui bandi per il reclutamento dei ricercatori universitari rischia di bloccare sine die i concorsi e le assunzioni. E renderebbe ancora più stagnante il panorama della ricerca in Italia, dove i giovani, le pari opportunità e il ricambio generazionale sono termini sconosciuti.
22 febbraio 2008

Gli emendamenti proposti al provvedimento di conversione del cosiddetto “Mille proroghe” prevedono che tutti i concorsi su fondi ordinari banditi dalle università a seguito dell’approvazione del decreto debbano svolgersi con le nuove norme concorsuali previste da Mussi.

Una nuova norma emanata l'8 febbraio sembrerebbe rivoluzionare, e in peggio, la situazione dei concorsi per l'assunzione dei ricercatori. Secondo la nuova normativa infatti, il termine perentorio per la presentazione della domanda (sia per concorsi cofinanziati, sia per fondi interamente di ateneo) è anticipato al 7 dicembre 2007.
Questo vuol dire che sfuma per molti aspiranti ricercatori la possibilità di concorrere per quest'anno. La precedente normativa assicurava invece il termine del 31 marzo 2008 e decretava l'applicazione della legge 3" luglio 1998, n. 210" (Legge Berlinguer).
L'applicazione della nuova legge solleva questioni molto delicate.
Innanzitutto la normativa del 7 febbraio non ha ancora terminato il suo iter e, non essendo ancora stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, non è in vigore. La legge è inefficace pertanto e non può esserle attribuito alcun effetto sospensivo o addirittura derogatorio rispetto alla vigenza della precedente Legge Berlinguer. Quest'ultima è l'unico provvedimento al quale fare riferimento in materia di concorsi universitari per ricercatori, altrimenti si finisce con l'applicare retroattivamente il nuovo emendamento.
Qualsiasi diversa interpretazione non solo sarebbe un macroscopico errore giuridico, ma renderebbe nei fatti impossibile espletare le procedure concorsuali per i bandi da ricercatore.

E’ importante ribadire che il nuovo regolamento Mussi ad oggi non esiste e non ci sono garanzie di una sua rapida conversione in legge e di una sua prossima attuazione. Quand’anche fosse approvato dalla Corte dei Conti e fosse poi pubblicato in Gazzetta sarebbe, per esempio, ancora necessario indicare le modalità di elezione e composizione delle commissioni, procedure lunghe che dovrebbero nei fatti essere gestite dal prossimo governo.
Nel frattempo sono state ripristinate le due idoneità per concorsi da associato e ordinario riaperti dalla precedente finanziaria con le vecchie regole concorsuali.

In questa gravissima situazione la Rete Nazionale Ricercatori Precari:

CHIEDE l’approvazione rapida e definitiva di un nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori che garantisca la trasparenza delle procedure e della valutazione e la valorizzazione del merito nella scelta dei candidati e permetta l’espletamento dei concorsi a ricercatore;

CHIEDE l’approvazione di norme analoghe per il reclutamento di docenti associati e ordinari per garantire trasparenza, merito e valutazione a tutti i livelli;

CHIEDE l’approvazione di un provvedimento che sancisca la separazione nel budget degli Atenei tra le risorse da impegnare per l’avanzamento di carriera e quelle per il reclutamento per evitare – come è successo negli ultimi decenni – che le risorse per gli avanzamenti di carriera riducano drasticamente le risorse per il reclutamento;

CHIEDE che il meccanismo degli scatti – oggi “automatici” – degli stipendi siano vincolati a una seria valutazione scientifica e didattica e non distribuiti a pioggia per mera anzianità.

La Rete Nazionale Ricercatori Precari sottolinea anche il grave rischio, in assenza di interventi legislativi, il reclutamento straordinario di ricercatori universitari per gli anni 2008 e 2009 sia definitivamente bloccato dalla non approvazione di un nuovo regolamento. Non possiamo non notare che
all’ incredibile riapertura dei concorsi per associato ed ordinario con doppia idoneità, introdotta dagli emendamenti del “milleproroghe”, si affianca la prossima “moratoria” dei concorsi per ricercatore. A testimonianza del fatto che per le classi dirigenti di questo paese merito, valutazione, ricerca, ricambio generazionale, valorizzazione dei giovani e lotta al precariato sono questioni prive di alcun significato. Ed a testimonianza che l’Università persevera nella sua deriva baronale e gerontocratica.