Il lavoro prende in esame la gestione dell'informazione all'interno dei contesti bellici, soffermandosi in particolare sulla copertura mediatica degli ultimi due conflitti combattuti in Iraq . Il capitolo conclusivo, attua un cambio di prospettiva, focalizzando l'attenzione sulla rappresentazione della guerra vista attraverso lo sguardo dei mezzi di informazione arabi e in particolare del network satellitare Al Jazeera. Vengono analizzate le implicazioni, i fattori positivi e le eventuali problematiche conseguenti alla diffusione di un punto di vista arabo autonomo e relativamente omogeneo, all'interno di uno spazio informativo non più interamente controllato dal monopolio dell'informazione occidentale.
Dalla quarta di copertina
Come è stato possibile far credere che un vecchio dittatore in declino, alle prese con un paese al collasso, potesse davvero costituire un pericolo imminente per la pace mondiale? E cosa ancora più singolare, come è stato possibile collegare questo personaggio con Osama bin Laden e gli attentati dell'11 settembre? Guerra e informazione, disinformazione e guerra; la notizia nei contesti bellici e la sua distorsione sistematica sono le parole chiave intorno a cui ruota questa indagine. Il capitolo conclusivo, attua un cambio di prospettiva, focalizzando l'attenzione sulla rappresentazione della "guerra al terrorismo" vista attraverso lo sguardo dei mezzi di informazione arabi e in particolare del network satellitare Al Jazeera. Vengono analizzate le implicazioni, i fattori positivi e le eventuali problematiche conseguenti alla diffusione di un punto di vista arabo autonomo e relativamente omogeneo, all'interno di un Mediascape non più interamente dominato dal monopolio occidentale dell'informazione.
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WMD - WEAPONS OF MASS DECEPTION
ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA - L'INGANNO DEI MEDIA
(Danny Schechter Dissection WMD: Weapons of Mass Deception, Usa 2004)
In Iraq si sono combattute due guerre; una con gli eserciti di soldati, con le bombe e la forza militare. L'altra con le telecamere, i satelliti, gli eserciti di giornalisti e le tecniche di propaganda.
La prima guerra è stata giustificata come un lavoro necessario per trovare e smantellare le Armi di Distruzione di massa (WMD - Weapons of Mass Destruction).
La seconda è stata condotta con armi forse ancor più potenti, le Armi di Inganno di Massa (WMD - Weapons of Mass Deception).
I network televisivi americani hanno fatto della copertura non stop della guerra il loro programma di punta, utilizzando giornalisti "embedded" e nuove tecnologie che hanno permesso agli spettatori di vedere per la prima volta una guerra da molto vicino. Ma altri paesi hanno visto un'altra guerra. Perché?
Per chi, come l'autore, ha messo sotto osservazione la copertura mediatica, la guerra è stata più di uno spettacolo, è stata una maratona dell'informazione globale 24 ore su 24, una gara l'uno contro l'altro che ha distorto la verità e ha sollevato più interrogativi sui metodi dei notiziari tv che non l'intervento militare stesso che stavano coprendo e - in alcuni casi - promuovendo.
WMD, un film documentario di 100 minuti, analizza questa storia con gli strumenti di un esperto di media (diventato un outsider) ed ex giornalista televisivo: Danny Schechter, uno dei più prolifici critici americani del mondo dell'infomazione.
Schechter dice di essersi "auto-embedded" nel suo soggiorno per monitorare la copertura mediatica della guerra seguendo e analizzando meticolosamente l'informazione televisiva quotidiana.
Ha scritto ogni giorno migliaia di parole su Mediachannel.org, il più grande network on line del mondo sui temi dell'informazione, e poi ha raccolto i suoi articoli, le rubriche e i blog in un libro pubblicato di recente: "Embedded: Weapons of Mass Deception" (Prometheus Books).
Ha continuato poi la sua indagine personale con il film WMD che contiene interviste ed immagini girate all'interno di studi televisivi e redazioni giornalistiche e altre effettuate in Iraq, WMD segue passo passo la guerra mediatica fino alla fine di febbraio 2004.
WMD vuole smascherare la cosiddetta "informazione obiettiva", la complicità dei media con il governo americano e in generale la collaborazione che il mondo dell'informazione ha offerto nel presentare la guerra in Iraq e il modo in cui l'ha fatto.
E' un film che colpisce duramente, che osservando la "guerra televisiva" si domanda perché il pubblico americano non abbia compreso "l'inganno" e dimostra come il Pentagono abbia influenzato il modo di fare informazione.