Due operai sono rimasti feriti questa mattina, alle 6.10, per un incidente sul lavoro accaduto all’Abrate, una piccola fabbrica di trattamento termico dei metalli che si trova in via Rosa Luxemburg, a Collegno, in provincia di Torino. I due feriti non sarebbero in gravi condizioni, uno di loro ha riportato ustioni sul 40% del corpo. I due lavoratori sono stati portati rispettivamente all'ospedale di Rivoli (Torino) e al Cto di Torino.
Secondo quanto si è appreso dai vigili del fuoco, per cause non ancora chiarite c'è stato lo scoppio di un forno industriale a gas.
Quello di Torino, nel bollettino di guerra degli incidenti sul lavoro, è l’ultimo in ordine di tempo.
Secondo l'associazione dei mutilati ed invalidi del Lavoro (Anmil), sono un milione di incidenti l'anno e più di mille morti, un lavoratore ucciso ogni 7 ore.
"Non si tratta di un fenomeno marginale e in via di estinzione, ma di un effetto perverso che sembra profondamente innervato nel modo di produzione e nello stesso modo di essere della modernità: in realtà, siamo in presenza di un fenomeno sociale di massa, sebbene la società non lo riconosca come tale. Di certo una vera e propria guerra a bassa intensità, che di regola si svolge nell'ombra e nel silenzio" denuncia il presidente dell’Anmil, Piero Mercandelli, che parla di una "vergogna che macchia il Paese, che ignora il diritto al lavoro e alla sua sicurezza" e di una "contabilità spesso arida e anonima, persino controversa, che non ha sussulti neanche di fronte alla fine di una vita".
In dieci anni gli infortuni mortali nel nostro Paese sono diminuiti del 25,49%, in Germania del 48,3%, in Spagna del 33,64%, nell'Unione Europea del 29,41%. I numeri, dice l'Anmil, ci dicono che realmente è possibile fare di più, che altri ci sono riusciti, salvando così centinaia di vite. "Il male dell'Italia è che le leggi sembrano esistere solo sulla carta e la speranza è che la stessa sorte non tocchi anche a quella varata nell'agosto del 2007, particolarmente avanzata nei principi ispiratori e nelle previsioni normative, ma oggi a rischio di restare incompiuta a causa delle vicende politiche".
E anche per questa legge sulla sicurezza e tutela del lavoro, l’associazione degli invalidi del lavoro denuncia che, a cinque mesi dalla sua entrata in vigore, i coordinamenti provinciali delle attività ispettive stanno appena muovendo, quando va bene, i primi passi. Anche sul fronte penale i reati di omicidio colposo o lesioni conseguenti al mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro sono - dice l'associazione - sostanzialmente impuniti, vuoi per i tempi della giustizia vuoi per l'indulto intervenuto nel frattempo. I rimedi, ripete l'Anmil, sono noti e basterebbe avere la "volontà di porli in essere".