"Su cento locali che hanno fatto chiesto di poter installare i dehors, ci saranno venti dinieghi di cui almeno nove nel pratello". E' molto puntuale la critica di Cinzia Soldano (Trattoria Fantoni) nella nostra intervista per descrivere la sitauzione attuale. Con il coprifuoco all'una e con l'incertezza sui permessi per i dehors, i pub bolognesi lamentano già una perdita del 20%. Da qui la decisione di costruire l'associazione "Locali della Notte" per difendersi. "Nelle lettere che stanno arrivando - continua Soldano - si parla di dinieghi per strutture che sarebbero causa di degrado e insicurezza. Vogliamo discutere i criteri. In questi anni abbiamo appurato il contrario: sono spazi dove possiamo accogliere la gente e badare che si comporti bene. Anzi, in questa prima fase abbiamo visto che il rumore non è diminuito, perché così c'è bivacco su tutta la strada, la sporcizia di conseguenza è aumentata e l'insicurezza è aumentata. Ce lo hanno confermato anche alcuni residenti e abbiamo raccolto già cento firme. Abbiamo presentato all'assessore un progetto di gestione partecipata del Pratello perché ci interessa continuare a lavorare bene tenendo in conto la qualità della vita".
"Provate a immaginare di venire a Bologna una notte e trovare tutti i locali chiusi" rincara Massimo Zucchini del Celtic Druid. "Siamo regolarmente accusati di situazioni di cui siamo le prime vittime. Il famoso degrado porta la gente a non socializzare e a non entrare nei nostri locali, e noi siamo gli unici che lo combattono ogni sera proponendo un'alternativa ai nostri clienti. I locali della notte sono anche l'immagine di questa città ma questo non ci viene mai riconosciuti. Anzi c'è una crisi economica, si parla di un 20% in meno e l'immagine che si è data a Bologna con il dibattito di questi ultimi tempi relativo alla chiusura dei locali all'una, non aiuta certo".
"Ma non ci sentiamo in contrapposizione verso nessuno" aggiunge Paolo Scagliarini. "Non siamo contro l'amministrazione o i cittadini. Lo scontro residenti-locali è uno stereotipo, ci sono i comitati ma abbiamo un dialogo continuo anche perché ci sono problemi nuovi. Come il consumo dell'alcool all'aperto. Un fenomeno alimentato dai locali dei pakistani ma che è probabilmente conseguenza, per tanti studenti, della crisi economica. Noi offriamo un divertimento all'interno di spazi controllati e insonorizzati, e diamo dei servizi. Chiudere i locali all'una farà in modo che l'alcool verrà consumato nelle piazze ed è anche una lesione dello stato di diritto con il concetto delle deroghe. In realtà il problema è che il Comune è in difficoltà nel controllo del territorio. Noi vogliamo dare il nostro contributo per migliorare la qualità della vita notturna ed evitare che venga spenta definitivamente"