Bruce Sterling è uno scrittore di fantascienza ed un intellettuale di grande
fama, nonchè il co-fondatore insieme a William Gibson del movimento
letterario cyberpunk, il cui immaginario ha profondamente ispirato le
culture underground contemporanee, specie quelle più strettamente
legate alla rete e alle nuove tecnologie. Riportiamo dunque le
risposte che Sterling ha fornito ad alcune nostre domande riguardanti
il futuro dell'industria cinematografica.
D: Fenomeni cinematografici come Star Wars o Matrix hanno generato una
serie articolata di prodotti, tra cui soprattutto videogiochi e
giochi esplorativi on-line in cui è possibile assumere i panni di un
determinato personaggio. Questi universi navigabili permettono dunque
ai fan di creare storie alternative e personali all'interno della
cornice offerta dal film. Pensa che si arriverà ad una vera
convergenza del cinema con queste forme narrative più marcatamente
interattive?
R: Francamente penso che sia impossibile inserire all'interno del
cinema le dinamiche interattive caratteristiche del gioco. Entrambe
queste forme continueranno ad esistere, e spesso a coesistere, nel
senso che si affiancheranno sulla base di contenuti tematici
condivisi, ma ciascuna manterrà le proprie peculiarità. Il cinema
serve a raccontare storie che portino da qualche parte e conducano a
una sorta di conclusione, mentre il gioco è una forma aperta e dunque
inadatta alla rappresentazione cinematografica. Continueranno ad
esserci film tratti dai videogames e videogames che si ispirano ai
film, ma non le due cose insieme. Il punto di vista personale e la narrazione in real-time appartengono al videogioco e non sono trasferibili
all'interno di un film. Anche nel caso della convergenza tra Internet
ed il cinema, il fallimento di tale idea è stato dimostrato
chiaramente dal tentativo di America On Line di acquisire la Times
Warner, presto tradottosi in una perdita di miliardi di dollari. A tal
proposito consiglierei la lettura di un libro da poco tradotto in
italiano dal titolo "Cultura convergente" di Henry Jenkins, che, a mio
avviso, spiega eccelentemente quali siano i modi di fruizione
"modulari" tipici del tempo che stiamo vivendo.
D: Che cosa pensa di un cinema interattivo in cui lo spettatore sia in
grado di decidere che cosa avviene di seguito, scegliendo tra opzioni
multiple e in tal modo esercitando un controllo sulla trama?
R: Il cinema interattivo così concepito è un bluff, uno stratagemma.
Si limita ad applicare la struttura dell'iper-testo, producendo una
sorta di gioco presto smascherato. Non ha alcuna possibilità di
affermarsi concretamente, perché c'è ancora bisogno di un autore che
ci racconti una storia.
D: In cosa risiederà dunque, a suo parere, il successo della
cinematografia del futuro?
R: Per essere realmente innovativo il cinema dovrà sapersi espandere
al di là dei propri confini, verso nuovi testi e nuovi prodotti. Dovrà
saper creare un vero e proprio universo intorno a sé, come è accaduto
nel caso di Star Wars in cui si è arrivati ad avere il pigiama o la
bibita del film. Un fenomeno significativo in tal senso ci è offerto dai Pokemon,
che hanno prodotto una vera e propria rivoluzione
culturale e, a partire dallo schermo, hanno invaso tutti gli ambiti
del vivere quotidiano dei bimbi loro fan. Per affermarsi la
cinematografia del futuro dovrà divenire come il Natale, un'esperienza
capillare e sociale, riversando su più media contemporaneamente
contenuti di cultura popolare.