Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato che abbiamo ricevuto.
Da giorni ormai le porte che delimitano il centro di Bologna sono
impacchettate, confezionate, illuminate a giorno e decorate con frasi e
volti dei soliti noti cantanti bolognesi che ci parlano di benessere,
libertà, cultura e pace.
E perché non dovrebbe essere così?...
A Bologna si vive bene! C'è l'università, fulcro economico che produce
reddito e precarietà, sogni e paure; c'è il trasporto pubblico, talmente
efficiente da contribuire alla deportazione dei migranti, gratuitamente,
al CPT di via Mattei; ci sono telecamere e forze dell'ordine ovunque a
“vegliare” sulla nostra sicurezza.
A Bologna si sta bene, anzi Mingardi ci sta benissimo e non abbiamo dubbi
su questo.
Le porte sono punti di riferimento per la città; l'amministrazione locale
ha ben pensato di usarle per propagandare la sua idea di Bologna e i
cantanti lo hanno confermato.
Peccato che non venga ascoltata la voce di chi in questa città stenta a
sopravvivere. Come uno studente stretto nella morsa di affitti altissimi e
in nero e del costo della vita.
Peccato che non si rifletta sulle politiche securitarie applicate dall'amministrazione comunale: la militarizzazione delle piazze, le telecamere che invadono gli spazi pubblici e la nostra privacy, il controllo, la chiusura degli spazi sociali e di socialità hanno trasformato le Porte in frontiere, da entrate alla città a checkpoint per la città.
Peccato che ci si dimentichi dei tagli alle politiche di prevenzione e riduzione del danno, mentre i tossicodipendenti riempiono il carcere della
Dozza, trattati come dei criminali.
Perchè, invece, non dare voce ai/alle migranti sgomberati/e dal Lungo
Reno, o ai/alle richiedenti asilo rinchiusi/e nel carcere etnico di via
Mattei e a tutti/e coloro che subiscono ogni giorno le politiche
repressive di questo Paese? A coloro derubati/e della propria libertà, dei
propri sogni e spesso della propria vita, sfruttati/e sul posto di lavoro
irregolare ed emarginati/e dalle paure degli altri?
La sicurezza che vogliamo non passa per la guerra interna a cui siamo
sottoposti/e ma per i diritti che ancora e sempre di più vengono negati.
Allora....“Cum stet a Bulaggna!!!!!?”
i(n)soliti ignoti